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sabato 3 Maggio 2025
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8 Marzo: Maria Luisa Checchia, lo sport al femminile

VASTO – In Italia, lo sport al femminile è sempre ricco di campionesse che portano in alto il tricolore. Ma spesso, per una donna, affermarsi nel mondo dello sport non è semplice come per gli uomini. Ci racconta la sua esperienza Maria Luisa Checchia, ex-giocatrice ed oggi allenatrice di pallavolo.

Ci racconti il tuo percorso nel mondo dello sport, da quando hai iniziato a giocare fino ad oggi?

Ho 40 anni, la mia carriera pallavolistica è decisamente lunga. Ho iniziato a giocare all’età di 12 anni nel settore giovanile della Vasto Volley e subito mi sono ammalata di questo sport. A soli 18 anni ho deciso di appendere le ginocchiere e le scarpette al chiodo per diventare allenatrice perché mi sembrava la scelta più giusta. Fino al 1993 ho allenato i settori giovanili della mia società e ho fatto una breve esperienza, di 4 mesi, in serie A2 con la Biomedis Vasto.

Nel 1994 il primo cambiamento, la mia prima esperienza fuori casa. Mi sono trasferita in Campania, dove ho allenato i settori giovanili del Centro Ester Napoli, da cui sono uscite giocatrici di livello nazionale tra cui Antonella Del Core. Nel 1997 una nuova avventura: sono andata ad allenare la squadra del Caserta, che in quel periodo militava nel campionato di B1. Grande esperienza, culminata con la partecipazione alla Final Four di Coppa Italia.
 
Nel 2001 ho ricevuto una proposta importante come secondo allenatore in A2 a Spezzano,  ma, per motivi familiari, ho rinunciato e ho deciso di tornare a Vasto dove ho accettato la proposta della Polisportiva San Gabriele. In quel periodo, la realtà pallavolista vastese era poco sviluppata, quindi, ho dovuto ricominciare dalle basi. Oggi, a distanza di 10 anni, posso dire con soddisfazione che il mio lavoro ha dato i giusti frutti pur sapendo che tanto ancora bisogna fare per crescere e migliorare!

E’ più facile o più difficile per una donna intraprendere l’attività di allenatrice?

In base alle mie esperienze personali posso dire che una donna in questo settore incontra notevoli difficoltà, perché nella vita quotidiana la donna ha più mansioni e più doveri rispetto ad un uomo. Spero che presto la società si accorga che il ruolo femminile si è evoluto e che una donna può essere molte più cose che non solo moglie e madre. Ruoli che lo sport non può e non deve scalzare, ma che, anzi, deve riuscire a valorizzare dando dignità alla donna sia in ambito agonistico che sociale.

Cos’ha un’allenatrice che manca a un’ allenatore maschio, e viceversa?

Le interpretazioni psicologiche ci dicono che nella donna coesistono due tipi di “ IO” , uno sociale e uno atletico. Quest’ultimo assomiglierebbe in tutto e per tutto a quello dell’atleta maschio. Questo non vuol dire che la donna voglia imitare l’uomo, ma che la spinta all’agonismo ha le stesse sembianze in entrambi i sessi. Anzi, le donne che si sono seriamente dedicate a un settore sportivo hanno dimostrato di avere un’ambizione spiccata e una ferrea volontà nel perseguire i traguardi prefissati, spesso più ostinata e più metodica di quella espressa dai colleghi maschi. Dunque, è facile ammettere che lo sport per la donna è strumento di emancipazione e crescita sociale.

Le donne hanno le stesse opportunità degli uomini nel mondo dello sport?

Purtroppo penso che la donna non abbia le stesse opportunità, specialmente nella scena sportiva. Nonostante, negli anni, siano stai fatti notevoli passi in avanti, siamo ancora lontani dall’idea che la donna possa tranquillamente cimentarsi in attività ritenute prettamente maschili.

Quali sono le esperienze che ricordi con maggior piacere nella tua attività?

Sono tante le esperienze piacevoli che ho vissuto nella mia carriera come allenatrice: arrivare 4ª classificata alle finali Under 18 con il Centro Ester di Napoli, vincere il Trofeo dell’Adriatico Under 13 con la Polisportiva San Gabriele, conquistare la 5ª posizione alle finali Under 14 con la Polisportiva San Gabriele,  partecipare alle Finali Nazionali under 16 con la  Polisportiva San Gabriele.

Ma le soddisfazioni più recenti ed emozionanti sono state vincere lo scudetto Under 18 di beach Volley con Laura Delli Quadri e Giada Innocenti e partecipare agli Europei Under 18 di Beach Volley conquistando la 5ª posizione. In quell’occasione, per me, indossare la maglia della Nazionale Italiana è stato un vero e proprio onore.

Colgo l’occasione per ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine durante il mio percorso sportivo e che continuano a regalarmi la gioia di andare tutti in giorni in palestra ad allenare.

Giuseppe Ritucci