VASTO – Entro giugno del 2010 la facciata della chiesa dell’Addolorata, in piazza Rossetti, verrà rimessa a nuovo. Stamani, in municipio, i lavori di restauro, che partiranno nei prossimi giorni, sono stati illustrati da Luciano Lapenna, sindaco di Vasto, Emilio Berloni, amministratore delegato della EcoFox di Punta Penna, Alfonso D’Annibale, ingegnere che ha curato il progetto, don Andrea Sciascia, parroco di Santa Maria, e Roberto Cinquina, manutentore della chiesa. “Gli interventi – ha annunciato il primo cittadino – dovranno essere terminati entro il prossimo mese di giugno. Verranno realizzati con una spesa complessiva di 60mila euro, 20mila dei quali erogati dalla EcoFox, la restante parte a carico del Comune. Vogliamo lavorare a un restauro più completo, che vada oltre la facciata e interessi anche le pareti laterali, che ora sono in cemento”. Un ulteriore intervento per il quale, nel 2010, Berloni ha lasciato intendere che la EcoFox ha intenzione di fare la sua parte. “Non è la prima erogazione che mettiamo in atto – ha sottolineato Berloni – per consentire il recupero del patrimonio storico. Ricordo il contributo stanziato per il restauro delle terme romane. Anche a Pesaro (sede principale dell’azienda di biodiesel, n.d.r.) abbiamo contribuito a riportare al loro splendore i Musei Oliveriani”. Di recente, è stato restaurato, su iniziativa del Lions Club Vasto Host, il monumento a Gabriele Rossetti.
Le fasi del restauro. E’ arrivato l’ok della Soprintendenza ai Beni artistici d’Abruzzo. I lavori possono partire. “L’intervento – ha spiegato l’ingegner D’Annibale – comincerà con un trattamento disinfestante per eliminare le erbacce spuntate tra gli interstizi dei mattoni esterni. A seguire: pulizia del paramento murario con eliminazione delle riparazioni cementizie recenti, lavaggio a bassa pressione con acqua denaturalizzata, desalinizzazione dello zoccolo in pietra”, che si trova nella parte inferiore della facciata “sostituzione degli elementi murari rotti, stuccatura dei giunti e trattamento protettivo finale con prodotti traspiranti”.
La storia. La chiesa ha due nomi: dell’Addolorata, come la chiamano in genere i vastesi, e di San Francesco da Paola. Quest’ultimo è il suo nome originario. Il sacro tempio, costruito al posto di due edifici sacri preesistenti, risale al Cinquecento. Furono i D’Avalos a trasferire la statua della Madonna dell’Addolorata dalla chiesa di San Giuseppe a quella che si trova in piazza Rossetti (una volta piazza Cavour). Di lì la seconda denominazione, che ha preso il sopravvento nella tradizione popolare. “E’ una chiesa di passaggio – ha spiegato don Andrea Sciascia – utilizzata da chi viene in centro a fare la spesa o a disbrigare le proprie faccende, approfittandone per alcuni momenti di preghiera”.
La lettera di Lapenna. “Ci rivolgeremo – ha detto Lapenna – a tutte le imprese, affinché contribuiscano alla tutela del patrimonio artistico della città. Chiederò sempre più alle aziende di darci una mano, visti i magri bilanci degli enti locali, per le iniziative culturali”.
Palazzo D’Avalos e Castello Caldoresco. I due simboli della Vasto che fu andrebbero restaurati. “Come amministrazione – sostiene Lapenna – ci siamo impegnati per l’acquisto dell’ultima parte di proprietà privata di Palazzo D’Avalos, ma dai governi regionali abbiamo ricevuto solo molte promesse. Mi auguro che altre possibilità come questa” del restauro dell’Addolorata “siamo possibili per il Castello Caldoresco, che è di proprietà di più privati. La situazione è, dunque, più complicata rispetto al D’Avalos”.
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