VASTO – “In Abruzzo l’immigrazione irregorale si riscontra nei cantieri edili e nel settore agricolo. Anche a Vasto abbiamo affrontato insieme ai carabinieri la questione clandestinità, quando abbiamo fermato camionisti turchi che scaricavano immigrati curdi sull’autostrada”. E’ un riferimento al biennio da dirigente del Commissariato di via Bachelet, tra il 2005 e il 2007, quello che il vice questore Ugo Terracciano fa nelle battute iniziali della sua relazione a Palazzo D’Avalos. Docente universitario a Bologna e attuale dirigente del settore Polizia amministrativa della Questura di Ravenna, Terracciano è tornato oggi a Vasto per intervenire al convegno sulla sicurezza organizzato dal Sulpm, il sindacato unitario dei lavoratori di polizia municipale, in collaborazione con l’amministrazione comunale. Un dibattito in cui esperti della materia discutono di vari aspetti dell’ordine pubblico: videosorveglianza (le telecamere dovrebbero essere installate a Vasto nei prossimi mesi), collaborazione tra le forze di polizia, immigrazione. In città c’è una comunità di 1800 stranieri su 40mila abitanti. “Oggi – ha commentato Terracciano al termine della sua relazione – è l’occasione giusta per fare il punto della situazione sotto il profilo tecnico sulle modalità operative e le opportunità legislative riguardanti la gestione del fenomeno immigrazione. Fermo restando che, se non ci fossero gli immigrati, la nostra economia sarebbe ancora più in crisi, i dati nazionali ci dicono che il 37% della popolazione carceraria è costituito da stranieri: un detenuto su 3 è immigrato. In Italia ci sono 4 milioni di stranieri su 60 milioni di abitanti. Sono numeri che ci consentono di capire la portata di un fenomeno che va gestito con equilibrio”. Anche nel carcere vastese di Torre Sinello, secondo i dati forniti la scorsa estate dal comandante di polizia penitenziaria, commissario Ettore Tomassi, è elevato il numero di detenuti stranieri. Un aspetto che influisce sul sovraffollamento carcerario. Folto il pubblico presente nella pinacoteca di Palazzo D’Avalos. Terracciano ha ricordato il biennio di collaborazione con il capitano dei carabinieri, Giuseppe Loschiavo (“con lui abbiamo fatto squadra”), superando la storica competizione tra Corpi diversi delle forze dell’ordine, e ha salutato i molti amici che ha lasciato a Vasto dove, tra l’altro, quando può torna per le ferie. Un saluto anche al suo successore, il vice questore Cesare Ciammaichella, attuale dirigente del Commissariato. Quella di rimanere legati a Vasto e di tornarci spesso e volentieri è ormai una consuetudine per i reponsabili del forze di pubblica sicurezza. L’appuntamento ha anche richiamato agenti di polizia municipale da diversi centri di Abruzzo, Lazio e Puglia.
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Il generale Mori non ci sarà. Non ci sarà il generale di divisione Mario Mori, atteso a Vasto nel pomeriggio, ospite dell’incontro promosso dal Sulpm, il sindacato autonomo di polizia municipale, organizzato in collaborazione con i comuni di Vasto e Roccaraso. L’ufficiale in congedo è a Roma per un’audizione dinanzi alla magistratura. Il nome del generale Mori compare in calce al manoscritto quale destinatario del papello, da trasmettere poi a esponenti di primo piano del governo dell’epoca. Se l’ha ricevuto per davvero, ha detto nei giorni scorsi il vice presidente del Csm, Nicola Mancino, allora ministro dell’Interno, dev’essere Mori a rivelare a chi l’ha dato. Ecco perchè l’arrivo in Abruzzo dell’ex comandante del raggruppamento operativo speciale dei carabinieri era atteso con particolare interesse a Vasto.