VASTO. Hanno discusso tra di loro, i dipietristi. E ascoltato il loro leader. “L’alternativa di governo”, come lo slogan della quarta convention nazionale di Vasto, la vogliono cominciare a costruire da soli. Senza invitare politici di altri partiti. Poi, “il 6 e 7 febbraio – ha ricordato Antonio Di Pietro nel discorso finale – faremo il congresso nazionale”. Alle elezioni del prossimo anno, “in ogni regione candideremo nostri rappresentanti” e “cercheremo di convincere la coalizione a convergere sui nostri valori”. “Non abbiamo invitato nessuno degli altri partiti, perché siamo stufi di sentire persone che vengono qui a fare chiacchiere. Pensate se l’intervento di Salvatore Borsellino fosse stato trasmesso a ‘Porta a Porta’. Se avessi invitato qui D’Alema, Casini e Cicchitto, ci sarebbero state tutte le televisioni a riprendere il nostro cazzeggio”.
Il programma. Per Di Pietro, il “Quarto incontro nazionale dei Valori ” è stato dedicato “a temi concreti: occupazione, lavoro, ricerca, sanità, giustizia, libertà dell’informazione. Abbiamo fatto – ricorda il presidente dell’Italia dei Valori – una serie di proposte e di impegni. In Europa hanno capito che siamo un punto di riferimento per l’Italia”. Ripropone alcuni cavalli di battaglia: dal finanziamento pubblico ai partiti, che andrebbe abolito ma, se c’è, “sia proporzionale alla durata effettiva della legislatura”, ai conflitti d’interesse: “I concessionari o fanno i concessionari, o gli amministratori. I medici, gli avvocati, i giudici, i giornalisti devono sospendere la loro attività: o fanno i parlamentari, o la professione”. E poi il superamento del bicameralismo perfetto, purché il Parlamento non venga svuotato della sua centralità nella vita democratica. “L’Italia dei Valori è preoccupata per la situazione del Paese. Dicono che siamo violenti. Non siamo violenti ma, come ha detto Salvatore Borsellino, un po’ arrabbiati sì”.
Le candidature. “L’Italia dei Valori – ha affermato l’ex Pm – sta contribuendo al ricambio della classe politica. Il Partito democratico, spinto da noi, ha dovuto rinunciare” in Sicilia “a candidature di potere”, prensentando invece al Parlamento europeo “Rita Borsellino (sorella di Paolo, il magistrato assassinato nel ’92 nell’attentato di via D’Amelio, n.d.r.) e Crocetta (Rosario Crocetta, il sindaco di Gela che ha sfidato la mafia, n.d.r)”, per cui, secondo Di Pietro, l’IdV ha indotto “altri partiti a cambiare ‘spintoneamente’ la classe dirigente”.
La società. “Staremo dentro le fabbriche”, perché i lavoratori “non hanno rappresentanti”, ma anche dalla parte delle “piccole imprese, non quelle della ‘nomenklatura’. Coloro che fanno impresa onestamente sono fregati”.
L’informazione. La politica “esca dall’informazione pubblica. Che informazione pubblica è – ha chiesto l’ex ministro – se deforma la verità, non informa? Dicono che siamo violenti. Non siamo violenti”, ma “come ha detto Salvatore Borsellino, un po’ arrabbiati sì”.
“Per un momento, durante il dibattito con Salvatore Borsellino, Gioacchino Genchi e Sonia Alfano ci siamo sentiti un cuore solo. Quello che è successo ieri l’informazione lo ha fatto sparire”. Il presidente dell’IdV ha anche annunciato una manifestazione a Bruxelles per la libertà di stampa: “Nel Parlamento europeo si può parlare di libertà dell’informazione, in Italia no”.
Il partito. Presto Di Pietro vorrebbe vedere “l’Italia dei Valori che cammina da sola. Non vedo l’ora in cui il partito possa camminare con testa, mani e gambe proprie. Avete visto in questi giorni quanta professionalità abbiamo?”.