VASTO – Quando si prende il palo sul rigore che potrebbe decidere uno scontro diretto, è difficile parlarne. “Ho attraversato momenti migliori”, racconta Dario Ludovisi. Il tono della voce tradisce la delusione, ma c’è anche la voglia di raccontare quello che è successo dopo i fischi di un pubblico stufo di non riuscire ancora a gioire quando la Pro Vasto gioca in casa: delle prime 10 partite, i biancorossi ne hanno vinta una sola, a Monte San Giusto. Lo stadio Aragona rimane stregato. Col Poggibonsi è inita 0-0. La squadra di Pino Di Meo ha trovato i soliti problemi in avanti, dove hanno segnato 8 gol, contro i 15 subiti. Anche con i toscani attacco spuntato. All’87’, il rigore: Giuliano va a terra, steso da Forino. “L’ho visto che stava arrivando – racconta il terzino della Pro Vasto – e mi sono allungato un po’ la palla, così lui è entrato in ritardo”. Anche il tecnico ospite, Fabrizio Del Rosso, ha ammesso: “Rigore netto”. “L’ho battuto – racconta Ludovisi – con piglio giusto. Mi sentivo tranquillo, lucido. Ho visto il portiere che si buttava da una parte e ho tirato dall’altra, ma ho preso il palo interno e poi la palla è uscita. Tengo a precisare che non ho voluto fare l’eroe”, nel senso che Bonfiglio, il primo rigorista, era stato sostituito proprio per fargli posto, mentre Cammarata “era stanco, per cui ci siamo parlati e messi d’accordo. Di solito vado a tirare i rigori, per me non è una novità. I fischi? Fanno parte del gioco, non me la prendo. Faccio il mio dovere, credo di averlo fatto sempre, e sono consapevole che gli ostacoli da superare per noi sono tanti. Ora che non prendiamo gol, dobbiamo essere più cinici sotto porta”.
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