VASTO – Sette domande alla Regione Abruzzo sul problema rifiuti nel Vastese. Le rivolge in una lettera aperta Domenico Molino, assessore alle Finanze del Comune di Vasto. La pubblichiamo integralmente.
“Non si può giustificare e tanto meno si può chiedere ai cittadini di Vasto e del Vastese cosa impedisca il normale svolgimento di una attività di una azienda consortile Pubblica (quindi di tutti) che gestisce per i Comuni (sempre di tutti) servizi essenziali come il conferimento dei rifiuti (prodotti da tutti e pagati con la Ta.r.s.u., sempre dai cittadini).
In questi ultimi periodi sulla stampa, sovente si è riportato il parere di amministratori locali e dei componenti del consorzio, ma sempre nella logica della contrapposizione e della ricerca del colpevole e delle cause o concause che rendono oggi la situazione finanziaria dell’azienda in default, e che per conseguenza diretta sposta sui Comuni e quindi sui cittadini-utenti il problema, i quali alla fine di questa storia saranno gli unici a pagarne le conseguenze.
In sintesi il problema verte su tre ordini di impellenze da risolvere, di carattere:
1. Tecnico
2. Finanziario
3. Politico
Per quanto riguarda l’aspetto Tecnico, l’impianto di smaltimento e compostaggio di Valle Cena e un azienda consortile per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti che dal marzo 2008 vede, in virtù di un controllo dell’ ARTA (agenzia regionale per la tutela ambientale) bloccare la vasca adibita al conferimento dei rifiuti indifferenziati per problematiche diverse. Per questo motivo, in virtù di diverse prescrizioni il consorzio, soci, c.d.a. e struttura tecnica realizzano investimenti per adempiere alle prescrizioni, ma a lavori fatti, l’ARTA non ritiene di poter autorizzare il normale conferimento ritenendo la vasca ormai piena e non più capace di ricevere rifiuti.
Per questo motivo con un assunzione di grande responsabilità, il sindaco di Cupello emana un’ordinanza sindacale al fine di autorizzare il conferimento nella nuova vasca, costruita anni fa in assenza di autorizzazioni, ma nel rispetto della normativa ambientale, contigua alla vecchia.
Fino al 31 dicembre 2008 grazie all’atto del sindaco di Cupello i Comuni hanno potuto conferire i rifiuti, sia essi differenziati, sia derivanti dalla raccolta differenziata presso la struttura del Civeta.
Dal primo gennaio 2009 il Civeta, in assenza di vasca agibile (discarica chiusa), si è visto costretto a ricorrere ad accordi di fornitura di servizi, in parole povere ha trovato due discariche che accettano i rifiuti del nostro territorio: Isernia e Lanciano.
Da quel giorno i rifiuti lavorati nell’impianto di Valle Cena, al netto del residuo organico necessario per la creazione del cosiddetto Compost, venivano trasportati nelle discariche di Isernia e Lanciano.
Da qui inizia il problema Finanziario, si perché la tariffa di conferimento che i Comuni pagano al Civeta è di circa 47 euro a tonnellata mentre per onorare i prezzi adottati dalle altre discariche con i costo maggiori il Civeta deve pagare circa 120 euro a tonnellata.
Si arriva fino al giugno 2009 per capire che le azioni suggerite e poste in essere dalla parte tecnica e dal C.d.a. del consorzio non trovano possibilità di copertura finanziaria e da qui la decisione prima della Regione di nominare un commissario ad acta per portare a compimento gli atti necessari per le autorizzazioni (A.i.a. & V.i.a.) e da parte dei soci (Comuni) di nominare un nuovo C.d.a. che abbia la capacità di prendere in mano la situazione e trovare via di uscita definitiva per normalizzare l’attività dell’impianto.
In questo periodo, agosto 2009, mentre il commissario (dipendente Regionale settore ambiente) e il nuovo C.d.a. prendono in mano la situazione, le politiche regionali adottano un atto che sancisce che l’impianto di Valle Cena dal primo gennaio 2010 potrà ricevere al fine della lavorazione solo la parte derivante dei rifiuti differenziati e non potrà più lavorare i cosidetti R.S.U. (rifiuti solidi urbani).
Oggi, quindi, ne consegue che l’impianto è nell’impossibilità di lavorare, in virtù della richiesta delle ulteriori prescrizioni che sono una condizione per l’ottenimento delle autorizzazioni regionali per dare il via all’apertura della vasca nuova. Il Civeta, nel garantire il servizio ai Comuni che pagavano meno dell’effettivo costo sopravvenuto, ha contratto debiti per circa 5 milioni di euro (stima al 31 dicembre 2009) e al momento ha grandi difficoltà di liquidità e le proprietà degli altri due impianti non consentono più il conferimento dei rifiuti, in virtù dell’elevato credito che hanno nei confronti del Civeta .
La soluzione di questa lunga storia ora passa nelle mani della Politica. Non che fino ad oggi la stessa non sia corresponsabile, ma sicuramente ancora di più di qualsiasi tecnico è l’unica che può risolvere il problema celermente e nel rispetto delle norme.
Prima di tutto è bene ricordare che appare molto strano che l’unico consorzio Pubblico d’Abruzzo, che sicuramente nasceva 20 anni fa come impianto di compostaggio (quando il compost si otteneva dalla raccolta dell’indifferenziato), oggi, per le scelte della politica regionale e provinciale, sia demandato al solo lavoro di trattamento dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata.
Tutto ciò fa sì che, a differenza degli impianti autorizzati al trattamento dei rifiuti indifferenziati, l’impianto Pubblico di Valle Cena dovrà porsi su un libero mercato per poter reperire materie prime (Forsu) per il suo core business, in quanto delle 30mila tonnellate di Forsu che potrà lavorare il nostro territorio ne produce solo 4000 tonnellate, quindi qualcuno probabilmente, nel legiferare a livello regionale, non ha tenuto conto delle necessità oggettive del Vastese.
Tutto ciò che per qualcuno potrebbe essere un non nulla per noi cittadini significa costringere questi territori, che da vent’anni sono autonomi nel campo delle immondizie e salvi da qualsiasi voglia coinvolgimento di privati, a dover entrare in un mercato diverso a livello provinciale.
Anche qui sembrerebbe poca cosa; invece no, significa che se fino ad oggi le nostre tariffe di conferimento, di gran lunga più basse, hanno garantito il prosieguo dell’azienda e sono sempre state determinate dai sindaci del nostro territorio nel rispetto dei cittadini, domani saranno determinate da altri soggetti. Avranno lo stesso rispetto?
E poi mi chiedo perchè la Regione sottoscrive un accordo di programma a tutela solo della Provincia di Teramo nel settembre 2009, quando era già nota la situazione Civeta in Regione, a tal punto che la stessa aveva già nominato un commissario ad acta?
Perchè la stessa Regione non emana un’ordinanza contigibile ed urgente per aprire la vasca di Valle Cena? Ad oggi, si sarebbero risparmiati sicuramente 2milioni 500mila euro, cosa gradita anche alla Corte dei Conti Abruzzo, oltre che a tutti i cittadini del Vastese.
Perchè il servizio regionale di tutela ambientale ARTA, quindi parliamo di uffici Regionali, non è ancora riuscito in un anno e mezzo a mettere in condizioni un consorzio Pubblico e la stessa Regione, nella fattispecie la struttura dirigenziale dell’assessorato all’Ambiente, a porre fine al percorso autorizzatorio?
Nell’ultimo incontro tenutosi nell’assessorato regionale all’Ambiente, perchè l’Assessore all’ambiente della Provincia di Chieti non si è presentato, bloccando di fatto la richiesta di un accordo di programma che vedeva l’assunzione degli impegni concordati che servivano a dettare i termini della soluzione dei problemi tecnici e finanziari e a scongiurare l’emergenza nel Vastese? Come mai il funzionario provinciale presente a tutt’oggi non rimette relazione in merito alle scelte della Provincia?
Perchè la Provincia nonostante le numerose richieste del Civeta non è riuscita a porre in essere uno scambio volumetrico fra le discariche all’interno della Provincia ed, in particolare, con l’impianto di Cerratina al fine di scongiurare quanto sta avvenendo?
A queste domande qualcuno dovrebbe dare risposta. E’ troppo semplice scaricare, nonostante si parli di discariche, tutto sui sindaci e sui cittadini del Vastese, ma prima delle chiacchiere è bene che ognuno faccia la sua parte, nella consapevolezza che gli sforzi sono per salvaguardare un bene Pubblico pagato dai cittadini del Vastese”.