VASTO – Con il processo breve la Procura presso il Tribunale di Vasto rischia la paralisi: se le intenzioni del governo venissero tradotte in legge, rimarrebbe in attività un solo magistrato inquirente: la denuncia è il consigliere del Csm Alfredo Viola, che ha reso pubblico l’elenco degli uffici che potrebbero andare in crisi. “Chiuderanno”, cioè potranno funzionare solo con magistrati presi in prestito da altri uffici, “le Procure di Enna, Mistretta e Sciacca, dove non resterà in servizio alcun sostituto, mentre sull’orlo del fallimento, con un solo sostituto, resteranno Crotone, Gela, Barcellona Pozzo di Gotto, Patti, Vigevano, Nicosia, Melfi, Ivrea, Vasto, Lanusei, Sant’Angelo dei Lombardi, Sala Consilina, Casale Monferrato e Mondovì”. Viola, nel Consiglio superiore della magistratura, è presidente della Terza Commissione, che aveva indetto il concorso per la copertura di 197 posti vacanti nelle Procure italiane. Due terzi di questi incarichi rischiano di rimanere scoperti. Eppure, di recente l’organico del palazzo di giustizia di via Bachelet è stato potenziato: sono arrivati a settembre un nuovo magistrato giudicante (Fabrizio Pasquale) e nei giorni scorsi un nuovo sostituto procuratore: Enrica Medori, proveniente dal Tribunale di Vibo Valentia. In Procura sono attualmente in servizio anche il procuratore capo, Francesco Prete, e il sostituto procuratore Irene Scordamaglia che, però, è in odore di trasferimento a Teramo. Prete aspetta rinforzi per fine anno, ma pare che il rischio insito nelle nuove norme sia quello di non veder ripristinato appieno l’organico e, di conseguenza, l’accumulo di lavoro Il processo breve, qualora la riforma venisse approvata dal Parlamento, ridurrebbe a due anni i tempi di prescrizione, cioè l’estinzione di un reato a seguito del trascorrere di un determinato periodo di tempo previsto dalla legge. Secondo l’Associazione italiana magistrati, sarebbe a rischio la metà dei processi.
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