VASTO – False residenze all’estero per non pagare le tasse. C’è l’ortonese Rocco Siffredi, star del cinema porno, tra le persone finite in un ampio filone d’inchiesta condotto dalla Guardia di Finanza, che indaga anche nel Vastese.
Sono 800, tra società e persone, in varie zone d’Italia, ad essere sospettati di “fittizio trasferimento all’estero della residenza”, si legge in una nota delle Fiamme Gialle. Di questi “tre sono stati individuati in Provincia di Chieti attraverso un’approfondita attività di intelligence. Gruppi societari e persone fisiche che si sottraggono al pagamento dell’imposta in Italia, dichiarando di risiedere in Paesi con aliquote ridotte. E’ il caso – prosegue il comunicato – di un noto imprenditore cinematografico (Siffredi, per l’appunto, n.d.r.)” residente nel Chietino insieme alla moglie, una ex pornodiva, individuato come affittuario di una villa a Roma, che risulta essere di proprietà di una società di capitali inglese. I finanzieri ritengono che l’imprenditore cinematografico trascorresse in Italia “più di 183 giorni dell’anno solare” e, dunque, la sua fosse una falsa residenza estera. Le indagini sono condotte, oltre che in Provincia di Chieti, anche a Forlì, Bologna, Rimini e Pesaro. Il sospetto è che le persone coinvolte abbiano utilizzato banche di Forlì per trasferire denaro frutto dell’evasione fiscale a società finanziarie di San Marino, per poi farlo rientrare in Italia tramite società “amiche”. L’ipotesi nei confronti di Siffredi è che abbia occultato redditi per centinaia di migliaia di euro in società fittizie con sede in Ungheria, “patria” del porno, e in altri paradisi fiscali. “In corso verifiche anche nei confronti di un gruppo societario, operante in provincia di Chieti, che avrebbe evaso milioni di euro, attraverso rapporti economici con soggetti non residenti, ritenuti fittizi”.
“Similare”: così viene definita l’inchiesta in atto nel Vastese. Coloro che fanno risultare una fittizia residenza fuori dall’Italia per eludere il pagamento delle imposte “non potranno avvalersi dello scudo fiscale, che consente, mediante una dichiarazione riservata, di importare capitali tenuti all’estero, con il pagamento di una congrua aliquota”.