VASTO – Il tesoro della cattedrale riemerge dai sotterranei di San Giuseppe. E’ nelle stanze più segrete della chiesa più vista e fotografata di Vasto, quella sotto gli occhi di chiunque passi in corso De Parma, che è stato rinvenuto un patrimonio rimasto nascosto per secoli. E, probabilmente, anche un muro appartenente all’abside della chiesa agostiniana del 1200, quando San Giuseppe si chiamava Santa Margherita. Quel muro sarà oggetto di studi approfonditi, perché “è forse questa la sede della chiesa di Sant’Eleuterio?”, chiede don Gianfranco Travaglini, parroco della cattedrale. La domanda non è di poco conto: la chiesa di Sant’Eleuterio viene indicata dagli scritti storici come il primo tempio paleocristiano sorto nell’antica Histonium tra il IV e il V secolo dopo Cristo: non è stata mai trovata. Nessuno sa dove si trovi, nel sottosuolo di Vasto, il primo edificio della cristianità. Un punto interrogativo che rimane.
I ritrovamenti. Arredi lignei, cornici, libri, manufatti in stucco e in ferro battuto, manufatti lignei con lamina metallica, parati architettonici, presepi antichi e d’epoca, sculture e oleografie. E poi, la statua di Sant’Agostino, cui la chiesa era dedicata fino al 1808, giudicata come risalente al 1500, come quella di sua madre, Santa Monica, un presepe d’epoca e oltre 200 ex-voto dedicati al Sacro Cuore. Per trovare tutto questo è bastato entrare in una porticina dietro l’altare e scendere una stretta scalinata attraverso cui accedere all’interno di due stanze comunicanti che formano una L. Per decenni sono state utilizzate come magazzino. Ora, sono state ripulite, mentre le testimonianze antiche hanno subito una prima catalogazione in attesa di continuare il lavoro insieme alla Soprintendenza ai Beni Architettonici ed Artistici. Stamani oltre a don Gianfranco, ad illustrare ciò che hanno scoperto sono stati il restauratore Michele Massone e Maria Masciovecchio, dottoressa in Conservazione dei Beni culturali. C’erano anche don Giovanni Pellicciotti, già parroco di San Giuseppe, e don Antonio Bevilacqua, oltre al sindaco di Vasto, Luciano Lapenna. Il prossimo passo sarà il restauro completo. Poi, i sotterranei di San Giuseppe verranno aperti al pubblico e alle visite didattiche degli studenti. “Vogliamo trovare la cripta di Santa Margherita”, dice Massone. Serviranno finanziamenti in tempi di vacche magre per le pubbliche amministrazioni. Per questo il progetto di intitola: S.O.S. abside di Sant’Agostino, cripta (?) di Santa Margherita. Un recupero dei beni culturali ed artistici nell’attuale concattedrale di San Giuseppe.
La storia della chiesa di San Giuseppe. Fu edificata nel 1200 e si chiamava chiesa di Santa Margherita. Il portale, restaurato da Massone negli anni scorsi, è del 1293. Poi, nel ‘600, il sacro tempio fu dedicato a Sant’Agostino, denominazione che mantenne fino al 1808, quando San Giuseppe divenne titolare della chiesa, che fu elevata a cattedrale nel 1853. Fu ricostruita integralmente nel 1893, con l’esclusione della facciata (di qui, probabilmente, la particolare configurazione esterna di quest’ultima), che rimane quella delle origini, realizzata in pietra della Maiella.
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