VASTO – Prova ad investire un vigile urbano e un tecnico per evitare che questi effettuino il controllo della velocità con l’autovelox. E’ successo lungo la Trignina. Avrebbe potuto provocare una tragedia l’auto che, il 9 ottobre, si è pericolosamente diretta contro i due addetti al rilevamento elettronico della velocità in territorio di Fresagrandinaria. Un episodio del genere si era già verificato il 17 settembre scorso, quando era stato il conducente di un autocarro a compiere un gesto simile. E’ caccia ai pirati della strada che ha seminato il panico sulla Fondovalle Trigno. A bordo di quell’auto c’erano tre persone. “Del fatto sono stati avvisati sia i carabinieri che la polizia stradale”, afferma Antonio Turdò, presidente del comitato Pro Trignina, costituito a gennaio per contrastare l’utilizzo da parte dei Comuni di autovelox imboscati lungo la statale 650, che collega Abruzzo, Molise e Campania. In corso al Tribunale di Vasto un processo che vede imputate 16 persone. Il comitato chiede da tempo l’innalzamento dei limiti di velocità e aspetta la sentenza per proporre la class action, l’azione legale collettiva finalizzata a chiedere l’annullamento di migliaia di multe e della sottrazione di punti dalle patenti degli automobilisti. Turdò precisa che “nelle nostre frequenti riunioni e nei dibattiti si è sempre attivata una strategia di attenzione e di allarme nei confronti delle istituzioni” sulla questione autovelox, ma gli attivisti del comitato non “pensano che le cose si ottengano con azioni da banditi o, comunque, con gesti di ampia rilevanza penale”.
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