SAN SALVO. Vive e lavora ad Amsterdam, ha studiato a Bologna ma le sue radici e la sua famiglia sono di San Salvo. E’ Valentina Altieri, ingegnere ambientale già salita alla ribalta nazionale per via della sua attività lavorativa presso la Shell. Sin da quando era bambina nutriva una smisurata passione per la natura, una passione trasmessa dalla sua famiglia e condivisa con i suoi tre fratelli.
“Con papà da bambini facevamo il compost in giardino, ci siamo sempre presi cura dell’organico e dell’ambiente in generale”, ci racconta Valentina. “L’idea di intraprendere la carriera di ingegnere ambientale è nata quando avevo solo 12 anni, leggendo un articolo su una rivista simile a Focus. Si parlava della possibilità di realizzare nel deserto degli alberi artificiali che sarebbero stati in grado di catturare l’umidità e provocare piogge quasi a comando. Penso che nessuno abbia poi messo in pratica l’idea, tuttavia credo tantissimo nella tecnologia e pensare di occuparsi dell’ambiente oggi prescindendo dagli sviluppi del settore tecnologico non è ammissibile”.
Insomma, servirsi della ricerca per salvaguardare ciò che ci circonda è la filosofia di vita di Valentina. Un modus vivendi che l’ha accompagnata durante la sua formazione dal Liceo Scientifico di Vasto, alla facoltà di Ingegneria Ambientale ad indirizzo chimico di Bologna. Ma come si è ritrovata in Olanda? Grazie ad un erasmus di sei mesi presso l’Università di Twente, polo di ricerca internazionale. Dopo la laurea ha svolto un anno di lavoro sempre lì in cui si è occupata insieme ad altri giovani ricercatori della progettazione di impianti servendosi di tecnologie alternative; un esempio su tutti, la realizzazione di dolcificanti con aspartame prodotto da microrganismi naturali, con un iter dunque tutto naturale.
“All’Università di Twente venivo stipendiata durante la ricerca e la decisione di trasferirmi lì definitivamente è stata dettata dalla condizione italiana. Il settore tecnico non è così florido, avrei dovuto fare nuovi master a pagamento e continuare a specializzarmi pur non avendone bisogno oppure cominciare a lavorare senza percepire un’adeguata retribuzione. A questo sono sempre stata contraria” – spiega con decisione Valentina.
Adesso lavora per la Shell e, come racconta in un’intervista recente al Messaggero, produce insieme ad un team di ingegnerii sulla base di anni di ricerca, un gasolio GTL (Gas to Liquid) che non si serve del petrolio ma di un gas naturale. Questo viene privato dell’acido, dello zolfo e dell’anidride carbonica e tramite un processo di sintesi si genera un gasolio che si potrebbe definire pulito. Il vantaggio è che non si passa per il petrolio, limitando o rendendo al minimo l’impatto sull’ambiente. Un traguardo di cui Valentina parla con discrezione, restìa a definirsi un genio come in tanti l’hanno chiamata.
“Quello che voglio dire è che io sono una ragazza come tante, ma ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia in cui tutti sono stati per me dei modelli da imitare. Una famiglia ricca di cervelli brillanti, basta pensare ai miei tre fratelli: Andrea vive a Mosca e sviluppa molecole per nuovi farmaci, Francesca è un’astronoma e lavora presso il CNR analizzando i dati provenienti da sonde spaziali e Alessio è un chimico ma è anche un imprenditore che ha realizzato appartamenti che guardano al futuro, con impianti a bassissimo consumo energetico”.
Una famiglia in cui gli stimoli non sono mancati e in cui ciascuno incarna la passione che deve muovere qualunque decisione, nel mondo del lavoro ma nella vita in generale. A Valentina abbiamo chiesto se le manca la sua famiglia e se in futuro desidera tornare in Abruzzo.
“Ho girato il mondo dopo l’università, sono fuori casa da oltre 12 anni e non è stato facile andare via. Nel 2002 era entrato l’euro e il fatto di non saper parlare una lingua europea e di non avere idea di cosa ci fosse oltre i confini della nostra nazione mi ha spinta a prendere questa decisione. Mio padre mi ha spronato ad andare per capire cosa fosse davvero l’Europa. Non è stato facile perchè qui avevo la certezza della famiglia e delle amicizie, ma oggi fortunatamente ci sono i mezzi che accorciano le distanze, anche se non è la stessa cosa. Sapevo che sarei partita ma che sarei tornata molto spesso a casa ed è quello che ho la fortuna di poter fare”.