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giovedì 13 Marzo 2025
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Studenti in Erasmus, Fuiano: «Si cresce solo se aperti alla contaminazione»

VASTO. Una mattinata dedicata ai racconti, alle storie, alle testimonianze, ai ricordi di chi ha avuto la possibilità di trascorrere alcune settimane all’estero grazie al protetto “Smart Skills to be Smart” nell’ambito del Programma Erasmus Plus KA1 VET. Protagonisti di questo incontro che si è svolto al “Mattei” sono stati studenti e docenti dell’omonima scuola e del vicino Polo Liceale “Mattioli” che di ritorno dall’esperienza europea hanno condiviso il proprio bagaglio formativo con i compagni. 50 alunni che hanno vissuto in Irlanda (Bandon e Cork) e in Inghilterra (Portsmouth e Southampton) anche a contatto con altri studenti Erasmus da tutta Italia.

C’è chi ha raccontato di essere stato accolto da una famiglia socievole, in un ambiente pulito e accogliente e che è stato inserito in un contesto lavorativo soddisfacente. C’è chi rivivrebbe ad occhi chiusi questa esperienza. c’è chi ha tratto il buono nonostante un trascorso lavorativo non pienamente gratificante o delle condizioni famigliari non proprio confortevoli. Tutti però hanno consigliato di cimentarsi nell’Erasmus, perché “è un’opportunità che non possiamo lasciarci sfuggire”.

Anche alcuni docenti hanno avuto occasione di raccontare il viaggio vissuto in qualità di accompagnatori, ad esempio la professoressa Annese che ha detto: “Ho visto i ragazzi crescere, maturare. Inizialmente erano preoccupati, ma poi hanno acquisito sempre più sicurezza. Ho vissuto serenamente questa esperienza, è stata formativa per me e per loro, a contatto con le realtà del posto ed è stata utile anche e soprattutto per conoscere i numerosi settori lavorativi esistenti”.

La parola poi al dirigente scolastico del “Mattei” Nino Fuiano che ha sottolineato l’importanza per le scuole e per la società di trovare spazio per progetti europei come l’Erasmus:

“Credo che esperienze come queste servano a farci toccare con mano che da soli non si va da nessuna parte, si cresce solo se aperti alla contaminazione, alla capacità di vedere e incontrare l’altro. L’altro che può essere cultura, lavoro, paese diverso, difficoltà riscontrate e superate. Solo incontrando l’altro io mi pongo e divento un uomo che ha qualcosa in più da spendere nella vita. La scuola deve avere questa visione perché consente agli studenti di maturare quelle competenze chiamate soft skills che permettono di lavorare con gli altri, risolvendo i problemi in modo trasversale, sviluppando la capacità di concentrarsi su soluzioni altre da quelle che già posseggo. Infine L’Erasmus in questo momento storico serve perché sembra che l’elemento dominante che unisce gli uomini sia la paura, sembra che l’unica modalità di comunicazione sia quella aggressiva. Oggi come scuola abbiamo il dovere etico di ampliare gli orizzonti, nella convinzione che i ragazzi sono proiettati in un mondo in cui la diversità è una ricchezza.”

A moderare la giornata è stata Felicia Zulli di Akon Service, organo che ha coordinato l’intera esperienza di tirocinio Erasmus.