VASTO. Questa mattina grande interesse presso l’auditorium del ‘Liceo Artistico Pantini Pudente’ per la presentazione del libro ‘Noi, gli uomini di Falcone’. All’incontro, organizzato dall’Università delle Tre Età di Vasto, ha preso parte l’autore il Generale Angiolo Pellegrini.
Quest’ultimo ha affermato: “E’ un libro che è nato per raccontare la vera storia degli anni ’80, per raccontare ai giovani cosa è successo in quegli anni e per far comprendere loro quello che era ed è in realtà la mafia. Una mafia che oggi porta i colletti bianchi, la cravatta e si nasconde dietro i bei vestiti, ma è sempre la stessa. Quando c’è la repressione la mafia si nasconde, ma poi torna a testa alta. Della mia esperienza in Calabria e Sicilia porto tanti ricordi, ma anche dolore. Vedere ucciso un amico e collega o un funzionario di Polizia con cui si era stati insieme un’ora prima come Ninni Cassarà, con cui ho completato il primo rapporto antimafia e che ha portato a scoprire “Cosa Nostra”, lascia qualcosa che non si potrà mai dimenticare.
Oggi non posso fare più indagini, ma posso ricordare ai ragazzi cosa è la mafia. Le mafie sono ancora molto radicate per via anche di una sottovalutazione, oggi l’ ‘ndrangheta ha conquistato il nord Italia e i paesi Europei dove ricicla il denaro con attività apparentemente lecite.
I giovani devono comprendere che per combattere la mafia non bisogna avere nessun legame con le associazioni mafiose e che i loro diritti vanno conquistati senza bussare alle porte di quest’ultima e forse a quel punto non esisterà più. La mafia ha bisogno di contatti, di legare le persone ai suoi interessi e di gente che non è in grado di denunciare ciò che vede”.
Il libro presentato ricostruisce dall’interno e a ritmo serrato il periodo più drammatico ed eroico della guerra a Cosa Nostra, quello che vide da una parte uno sparuto gruppo di uomini coraggiosi combattere per dare nuova speranza alla Sicilia, ma dall’altra, nonostante tutto, cadere personalità come Carlo Alberto Dalla Chiesa, Mario D’Aleo, Rocco Chinnici, gli agenti Calogero Zucchetto e Beppe Montana, e poi ancora Ninni Cassarà, lo stesso Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Ha partecipato in videoconferenza anche la dottoressa Maria Falcone, sorella del compianto giudice Giovanni Falcone. Presenti il sindaco Francesco Menna, il consigliere Luciano Lapenna, il comandante della Polizia Municipale Giuseppe del Moro e gli uomini dell’Arma della locale stazione.
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