ABRUZZO. Dopo le comete di Atlas e Swan che promettevano meraviglie, ma che si sono frantumate in prossimità del Sole, in questi giorni in diversi Paesi del mondo si può ammirare la cometa C/2020 F3 Neowise, la protagonista indiscussa del cielo di luglio, fotografata con stupore ed emozione da diversi luoghi italiani e non solo.
È stata la terza cometa ad essere scoperta nella seconda metà di marzo, e precisamente lo scorso 27 marzo dall’Osservatorio spaziale Neowise (Near-Earth Object Wide-field Infrared Survey Explorer), da cui infatti prende il nome.
Secondo quanto spiegato dalla Nasa la cometa Neowise è un oggetto ghiacciato con un diametro di circa 5 chilometri, il cui nucleo è ricoperto da particelle scure risalenti alla formazione del Sistema solare, ovvero a circa 4,6 miliardi di anni fa.
Il nucleo di una cometa è composto da polvere, rocce e metalli.
Tuttavia, esse possiedono quantità notevoli di materiale ghiacciato, come ghiaccio d’acqua e ghiaccio di anidride carbonica, insieme a composti di carbonio e azoto, come metano e ammoniaca.
Per questo, gli astronomi le chiamano “Dirty Snowballs” ossia “palle di neve sporca”.
Le caratteristiche principali che rendono le comete tanto iconiche sono la coda e la chioma che sviluppano durante il loro avvicinamento al Sole, e Neowise mostra una bella coda formata da polveri di colore giallastro in quanto riflette proprio la luce del Sole.
Le code delle comete, disperdendo materiali e polveri nello spazio, possono anche essere responsabili dell’origine di alcuni sciami meteorici che si verificano sul nostro pianeta.
Transitata a “soli” 44 milioni di chilometri dal Sole lo scorso 3 luglio, toccherà la massima vicinanza alla Terra il 23 luglio (110 milioni di chilometri), poi la visibilità serale prevarrà definitivamente su quella mattutina per l’effetto combinato dell’allontanamento della cometa dal Sole e il moto orbitale della Terra, si potrà cercare la cometa alla sera bassa sull’orizzonte di nord-ovest, fra le 21 e le 24, a circa 17 gradi di altezza.
E proprio in quella data (il 23 luglio) che il Virtual Telescope Project guidato dall’astrofisico italiano Gianluca Masi trasmetterà una diretta streaming (a partire dalle ore 21) sul proprio sito ufficiale.
Il corpo celeste sta progressivamente perdendo la sua luminosità, sono rimaste ancora poche notti per godersi lo spettacolo, un’opportunità unica nella vita, anche perché secondo gli esperti non tornerà da queste parti per i prossimi 7mila anni.