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venerdì 9 Maggio 2025
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Internet e libertà: un rapporto non sempre equilibrato

VASTO. Paese che vai, libertà che trovi: questa ormai è una constatazione che è impossibile da smentire, purtroppo. Ogni Stato garantisce alla propria popolazione livelli di libertà diversi, e la libertà d’espressione è uno dei principali indici in materia. Se in Occidente le restrizioni sono più sottili, in altre parti del mondo di strada ce n’è ancora parecchia da fare.

Fino a qualche decennio fa tale forma di libertà si esprimeva tramite la carta stampata essenzialmente: oggi si aggiunge l’accesso a Internet. Tanto più la possibilità di accedere al web e pubblicare contenuti è ampia, quanto più siamo in un Paese che tutela le libertà fondamentali.

È bene precisare però che alcuni divieti imposti da uno Stato possono avere un fondamento di tutela del cittadino. In Italia per esempio è vietato l’accesso a siti che non hanno ottenuto l’autorizzazione necessaria a esercitare un’attività, come accade per il gioco online. Altre volte invece le limitazioni hanno una valenza fortemente politica, ed è lì che scatta l’allarme.

Quando l’accesso a Internet viene in qualche modo ostacolato, ecco che – di conseguenza – si moltiplicano gli stratagemmi per aggirare i divieti posti da un governo. Questo è il caso delle VPN, o Virtual Private Network: per chi non fosse un asso nella tecnologia, sono degli strumenti che consentono di connettersi a Internet in maniera del tutto privata e autonoma. In Italia ci sono siti come VPNoverview che aiutano a valutare quale di queste reti è più adatta in base alle esigenze di chi le usa.

Limitazioni dirette e indirette all’accesso a Internet

L’Indonesia, con il 41% della popolazione, è il Paese che registra il maggior utilizzo di VPN, per un motivo semplice: le restrizioni imposte dal governo impediscono l’accesso a un’enorme quantità di siti. Gli altri due Paesi che seguono nella lista l’Indonesia sono Turchia e India, per le stesse motivazioni.

Non tutti coloro che utilizzano le VPN lo fanno per motivi uguali: considerando che il 25% della popolazione mondiale che accede al web fa utilizzo di queste reti private, la situazione sarebbe altrimenti drammatica! Per fortuna non in tutti gli Stati del mondo viene proibito l’accesso a siti a contenuto politico, o addirittura a Netflix.

Un fenomeno diverso per le VPN è quello che avviene negli Stati Uniti: gli americani hanno preso molto a cuore la questione della privacy, al punto che il 74% della popolazione che utilizza Internet ha modificato la propria attività online proprio per il timore che la propria privacy venga violata. La paura principale non è quella relativa ai dati economici o finanziari, come carte di debito o credito, ma il furto d’identità. Ripensando alle trame di molti film e serie TV “made in USA”, forse non ci stupisce così tanto! Assieme alla Cina poi, gli Stati Uniti sono i Paesi in cui le popolazioni sentono di essere maggiormente spiate dai loro governi

Quando invece un governo impone delle vere e proprie restrizioni all’utilizzo del web, diverse sono le modalità con cui può decidere di farlo:

Ponendo degli ostacoli all’accesso che non consistono solo nell’oscurare dei siti, ma in senso più ampio pongono delle vere e proprie barriere all’utilizzo di Internet. Basti pensare alla sua forma più estrema, ovvero alla disattivazione della linea Internet in determinate zone o addirittura in tutto il Paese;

Fissando delle limitazioni ai contenuti accessibili agli utenti della rete: questa forma di restrizione può avvenire sia negando il diritto di pubblicare o accedere a determinati contenuti, ma anche imponendo la pubblicazione di informazioni che in qualche modo condizionano l’opinione pubblica (provocando paura o panico);

Adottando delle sanzioni che vanno dai semplici ammonimenti, alle sanzioni economiche, fino alla reclusione, nei casi più estremi.