VASTO. Essere genitori è difficile e lo è ancora di più in questo momento storico dominato dalla pandemia.
Ansia, incertezza e paura sembrano soffocarci e “dare l’esempio nell’affrontarli con coraggio è ora più che mai complicato”.
Così Marilena La Palombara, mamma di tre figli con età differenti (5, 8 e 10 anni), psicologa e docente di scuola secondaria, racconta alla nostra redazione.
“L’incertezza del domani, non poter programmare o immaginare il proprio futuro a breve termine ci catapulta in una condizione inedita per la quale siamo impreparati”.
Quali conflitti può generare la “convivenza forzata” in casa?
Stiamo assistendo ad un periodo diverso da quello cui siamo abituati. Tanti genitori, nel trovarsi per la prima volta ad essere veri e autentici MAMMA e PAPÀ sono bloccati emotivamente tra il poter finalmente disporre del tempo da vivere con i figli e l’incredibile scoperta dell’incapacità di riuscire a farlo.
Come si gestisce questo conflitto nella realtà?
Probabilmente la risposta la potremmo trovare solo ripercorrendo ed amplificando la nostra consapevolezza del SENTIRE. Se pensiamo che il linguaggio emozionale è quello più autentico, dobbiamo affidarci a lui per capire quale possa essere la direzione giusta, puntanto al poter ESSERE, all’ESISTERE.
Bisogna provare a regolare il volume delle emozioni: tentare di aumentare la consolazione, facendoci sentire vicini a loro, e provare a diminuire l’ipercontrollo o la delega.
Ogni elemento del microsistema familiare va ad influenzare il funzionamento dell’intero sistema: se uno solo è angosciato anche gli altri respirano quella stessa angoscia.
Siamo genitori del ventesimo secolo, abituati a incastrare attività, impegni e lavoro e ci siamo superpecializzati nel delegare molto alle attività, alla tv e ai nonni.
Forse in questa situazione, in cui ci troviamo super immersi nel ruolo di genitori e lavoratori digitali, si potrebbe immaginare una soluzione fatta da un compromesso utile: una sorta di ACCORDO con i nostri figli in cui il tempo dedicato sia davvero speciale e quello per il lavoro, invece, sia efficace e senza sensi di colpa o di mancanza rispetto a dei figli super assorbenti.
Nella concretezza di questa complessità?
Il riferimento è sempre ad una saggia e consapevole autoregolazione.
La cosa più complessa è quella di essersi ritrovati con una concomitanza di ruoli da dover gestire: essere in casa da Mamma e Papà ed esserlo anche da lavoratori.
La tecnologia è forse una iperconnessione che spesso ci fa allontanare da quel vero stare insieme e, se è entrata in modo davvero efficace nel lavoro, all’interno delle stesse mura domestiche ci fa sentire sempre più isolati e meno in comunicazione. La difficoltà di poter reinventarsi in una relazione di contatto sta modificando la nostra percezione delle carezze, sia emotive che sensoriali. I nostri figli stanno imparando a relazionarsi con gli altri, modificando i loro comportamenti, mettendo in atto strategie distanzianti che funzionano e che rinforzeranno in loro l’idea di potercela fare anche “da soli”.
Come ci trova questo momento?
Lo spazio condiviso diventa tale non per scelta ma per esigenza imposta.. i bambini che avrebbero esigenza di socializzare con i loro pari attraverso il gioco simbolico devono trascorrere tutto il tempo con i loro genitori impegnati anche con lavoro da gestire e quindi con la loro attenzione divisa. Adolescenti che dovrebbero fare esperienze di condivisione e di identificazione con il loro gruppo dei pari si trovano a non poter gestire gli spazi personali se non con l’intromissione dei loro genitori. Le dimensioni dedicate ad altro ora sono totalmente riempite dal vivere in famiglia e condividerne le esigenze, gli spazi e i tempi.
I genitori impreparati di fronte a questa vera prova possono esplodere (non casuale l’incremento anche di famiglie che, durante questa situazione siano arrivate a scegliere consapevolmente di disgregarsi) oppure…avere coraggio esemplare per i loro figli di SENTIRE FINALMENTE IN MODO AUTENTICO QUEL LINGUAGGIO EMOZIONALE CHE SPESSO è solo superficiale nel vissuto frenetico ed incastrato.
Quindi il maggior rischio che si possa correre in questa epoca storica che ci vede chiamati come protagonisti di una vera complessità, anche nella nostra microcomunità emozionale del nucleo familiare, sarebbe quella di non riuscire a poter riconoscere QUESTO VERO LINGUAGGIO EMOZIONALE E AUTENTICO che sarebbe il solo al poterci indicare la via, la direzione.. nel meglio ascoltare l’altro significativo, nel saper in modo più opportuno riconoscere la sua identità, nel saper assecondare ed incoraggiare con più forza le avversità o nel saper stare accanto alla scoperta dei propri talenti.