CASALBORDINO. Non si fermano le proteste degli 80 lavoratori della Espolodenti Sabino (Leggi). I rappresentanti sindacali Candeloro Di Tullio della Femca Cisl, Paolo Iocco della Cgil e Antonio La Viola della Uiltec scrivono ora all'Arcivescovo Monsignor Bruno Forte.
Una lettera fiume in cui chiedono aiuto a chi "ha celebrato la cerimonia religiosa per i nostri colleghi morti in quella terribile esplosione".
Una richiesta di intercessione con le Istituzioni impegnate nella risoluzione del caso affinché riaprano presto i cancelli.
In una nostra intervista La Viola ha spiegato la terribile impasse in cui si trovano gli 80 operai e le rispettive famiglie. La soluzione non è la cassa integrazione, ma riprendere a lavorare per non perdere le gare d'appalto, le commesse e tutti gli impegni presi e forse, oramai, andati perduti (Leggi).
Ecco il contenuto integrale della missiva:
"Eccellenza, a scriverle sono padri di famiglia che non riescono più a spiegare ai loro figli perché dopo aver sempre fatto il proprio dovere dedicando la vita al lavoro ora si ritrovano senza lavoro e senza uno stipendio. Allo strazio per la perdita dei nostri colleghi (che per alcuni erano fratelli) si unisce lo strazio di non poter più a dare ai nostri figli ciò che meritano. Che colpa hanno loro? Che colpa abbiamo noi? Presto sarà Pasqua, la speranza è che la resurrezione di nostro Signore sia anche per noi il ritorno ad una vita dignitosa. A Lei che ha celebrato anche una cerimonia religiosa per i nostri colleghi morti in quella terribile esplosione, chiediamo di aiutarci a far comprendere alle Istituzioni e alla autorità preposte il dramma di 80 famiglie. La nostra è una supplica. Eccellenza ci aiuti a tornare al lavoro. Confidando che Lei si ricorderà di noi nelle sue preghiere la ringraziamo anticipatamente per tutto quello che farà".