VASTO. "Il motto di questo sciopero è 'Usciamo dagli sche(r)mi, questa casa non è una scuola'. Quest'ultima, infatti, è ben lontana dal vero luogo deputato all'insegnamento che sicuramente non è la propria abitazione. Avrebbero dovuto studiare alternative ben diverse in concomitanza della necessità, certamente, di evitare il diffondersi della pandemia. Non sono un'esperta e non tocca a me trovarle, ma sono sicura che, volendo, si sarebbero potute mettere in campo".
Così spiega alla nostra redazione la vastese Chiara Valentini che ha scelto in questa giornata di aderire allo sciopero della Dad,, "lanciato dal comitato Priorità alla Scuola, in concomitanza con lo sciopero del comparto scuola convocato dai Cobas e sostenuto dal Coordinamento Nazionale Precari-e Scuola" (Ansa).
E la mamma continua: "Nella maggior parte dei paesi europei le aule non sono state chiuse. Gli alunni oggi sono costretti ad essere collegati per tante ore davanti ai Pc per seguire le lezioni e non tutti riescono a tenere il passo. Ci sono bambini che non hanno le stesse capacità o sufficienti risorse per seguire i programmi scolastici. Questo surrogato educativo è carente e si creano delle disparità enormi. Non in tutte le famiglie si ha la possibilità di supportare i propri figli nell'utilizzo delle tecnologie e molti genitori che lavorano sono costretti a demandare ai nonni questa responsabilità. E mi chiedo che senso ha dato che abbiamo la necessità di proteggerr proprio i più anziani e deboli. I problemi poi si moltiplicano nella primaria, soprattutto per le prime classi. Non credo che riescano a recepire proprio tutto e anche se seguono le lezioni online non è la stessa cosa come quando hai la presenza fisica dell'insegnante e dei compagni. La scuola non è semplicemente il luogo dove immagazzinare nozioni, ma anche dove si impara a vivere, a sottostare a delle regole, a socializzare con gli adulti e con i pari. La parità che regala la scuola a tutti i bambini, che magari sfuggono da situazioni familiari anche pesanti, accentuate oltretutto a causa del Covid, nonché l'accesso inclusivo, sono un diritto che con la Dad non viene assicurato.
Lo scopo dello sciopero è anche quello di sollecitare le Istituzioni a fare il punto sul sistema italiano, anche a prescindere dalla situazione attuale di emergenza. Bisogna capire davvero quali sono i punti critici, non incrementando la Dad o la didattica digitale. Non possiamo pensare che la digitalizzazione possa coinvolgerci in tutto e che il virtuale possa sostituire la vita reale. Mi auguro che sia questa l'occasione di migliorare e di avere una scuola migliore e rinnovata che possa offrire dei servizi in linea con le sue finalità. Non possiamo pensare di continuare con la Dad e spero che dopo Pasqua gli Istituti riaprano le porte. E non solo. Spero che la prossima pausa estiva sia il momento, finalmente, per ripensare a come eventualmente gestire altri mesi di eventuale stallo pandemico. Tutti devono poter tornare a scuola continuando a rispettare le misure di sicurezza e chiudere laddove ce ne sia davvero bisogno ma non farlo preventivamente, penalizzando a priori tutti".