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lunedì 16 Giugno 2025
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Prima la pandemia e poi la crisi delle forniture, volumi Stellantis lontani dalla normalità

TERMOLI. Il tandem che guida la Fim-Cisl è tornato ieri nel territorio sindacale che riguarda indirettamente anche il Molise, a Fossacesia, per un incontro simile a quello avvenuto a Termoli lo scorso 31 agosto. Roberto Benaglia e Ferdinando Uliano hanno di nuovo affrontato il tema della sfida dell’automotive nel prossimo futuri, a tre giorni dal vertice di lunedì prossimo al Mise. Intanto, lo stesso Uliano, analizza i dati provenienti da Stellantis, relativi al terzo trimestre del 2021 e all’andamento nei primi nove mesi dell’anno. «I semiconduttori colpiscono più della pandemia. Nell’auto solo Mirafiori con 500e fa meglio del 2020. Coi veicoli commerciali si raggiunge quota 528.277 (+14,2% rispetto 2020), ma in negativo del -16,3% rispetto 2019. I dati della produzione nei primi nove mesi del 2021 segnano una crescita del +14,2% rispetto al dato relativo all’anno precedente. Secondo i dati rilevati nel corso di quest’anno sono state prodotte, tra autovetture e furgoni commerciali, 528.277 unità contro le 462.404 del 2020.

Una crescita dei volumi rispetto al 2020 caratterizzato dal blocco produttivo del lock-down.

Se invece i dati di produzione li rapportiamo al periodo pre-covid e quindi al 2019 la situazione è negativa con – 16,3% (631.200 veicoli): per la prima volta sono negativi anche i veicoli commerciali, cosa mai successa negli ultimi 12 anni. L’effetto è in gran parte riconducibile allo stop nelle produzioni determinato dalla mancanza dei semiconduttori. La sofferenza riscontrata nei primi 6 mesi del 2021, si è aggravata nell’ultimo trimestre causando numerosi blocchi produttivi. Nell’auto i semiconduttori stanno determinando dei blocchi produttivi che stanno colpendo più del lock-down del 2020. L’unico stabilimento che non subisce fermate nell’ultimo trimestre è il polo produttivo torinese; in particolare la produzione della 500e, che non può fermarsi per i vincoli sul Co2, per evitare le salatissime sanzioni.

Se analizziamo i dati l’incremento di circa 43.513 veicoli rispetto al 2020, compensano la perdita di circa 12.750 veicoli determinatesi negli stabilimenti di Cassino, Pomigliano e Melfi. La situazione è veramente pesante, nell’ultimo trimestre su circa 50 giorni potenziali di lavoro (65 lavorativi – circa 15 gg ferie), solo il Polo Torinese e Maserati Modena non hanno subito fermate. Per gli altri stabilimenti si riducono i turni e le giornate lavorative utilizzando la Cig: Cassino -38%, Pomigliano – 70%, Melfi -54%. Anche Sevel passata indenne nel primo semestre, si ritrova con una riduzione delle giornate lavorative nel trimestre del 28%. La preoccupazione maggiore è determinata dal fatto che il blocco si è concentrato pesantemente nel mese di settembre e le previsioni sono che la situazione si trascinerà a tutto il primo semestre del 2022. Emblematica la situazione di Melfi che per settembre e ottobre lavorerà 7 giorni ogni mese. Vista la situazione, è certo che non si raggiungeranno nemmeno i 712.000 veicoli dell’anno della pandemia e del lock-down. A livello globale si stima che il contraccolpo sui volumi mondiali impatterà con meno 10 milioni di autovetture.

La situazione del mercato già in sofferenza per la situazione pandemica, con i blocchi causati dalle mancanze di semiconduttori sta peggioreranno, si stanno azzerando anche gli effetti positivi degli ultimi incentivi predisposti dal governo italiano. Il tema delle forniture delle materie prime, dei semiconduttori e dell’avvicinamento della catena del lavoro è un problema di ordine geopolitico che il governo del nostro Paese deve affrontare in maniera strategica. Le nostre preoccupazioni riguardano i lavoratori che sono pesantemente colpiti sul piano del reddito da questa situazione, a cui si aggiungono le preoccupazioni che rischiano di determinarsi a cascata su investimenti e indotto.

E’ necessario che nell’incontro dell’11 ottobre al Mise, che abbiamo ottenuto dopo forti pressioni della Fim-Cisl e delle altre organizzazioni sindacali, Stellantis assicuri e garantisca il completamento dei 5,5 miliardi di investimenti previsti nel piano industriale di Fca per il periodo 2019-2021.

Dopo la partenza a marzo 2021 della produzione di Maserati MC20 a Modena, nei prossimi mesi sono previsti i lanci del Suv Grecale nello stabilimento di Cassino e del Suv di Alfa Romeo Tonale (anche nelle due versioni ibride) a Pomigliano d’Arco e delle due Maserati GT e GC a Mirafiori. Siamo preoccupati per due ordini di problemi: quando calano le vendite e ricavi, gli investimenti potrebbero subire uno spostamento; il secondo ordine di problemi è collegato al problema dei semiconduttori e al lancio commerciale delle nuove auto. Le attese sui nuovi prodotti non possono essere eccessive. Slittamenti temporali sui lanci rischiano di colpire ulteriormente l’occupazione e i salari, è per questo motivo che i vertici di Stellantis devono fornire garanzie ed esplicitare le difficoltà che potremmo avere nei prossimi mesi. In questa situazione, riteniamo che il governo non può assistere passivamente».