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martedì 29 Aprile 2025
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Eroi della Resistenza: la Consulta ricorda il sacrificio dei fratelli Cervi

VASTO. Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore: erano questi i nomi dei fratelli Cervi, fucilati il 28 dicembre del 1943 a Regio Emilia , su ordine dello stesso partito fascista o secondo altri addirittura dello stesso Mussolini,  per aver difeso i propri ideali di Resistenza durante il periodo del nazifascismo.

Si è tenuto ieri l'anniversario della morte di questi sette fratelli e proprio il 28 dicembre la Consulta Giovanile di Vastoha voluto commemorare il ricordo del loro spirito e impegno per contrastare il nazifascismo con l’iniziativa “I giovani e l’antifascismo: i fratelli Cervi” presso la loro sede, nel Centro Socio Culturale ”Enrico Berlinguer”. Infatti a tal fine, i giovani vastesi hanno deciso, con la collaborazione ed il supporto delle associazioni Anpie Music Player Events, di proiettare il film del 1968 intitolato  ”I sette fratelli Cervi”, diretto da Gianni Puccini ed interpretato da attori del calibro di  Gian Maria Volonté, Don Backy, Riccardo Cucciolla, Carla Gravina, Serge Reggiani e Lisa Gastoni.

Prima della proiezione è intervenuta la presidente della Consulta,Marta Del Negro, che ha così presentato la pellicola:” Racconta le dinamiche della banda dei fratelli Cervi, che compì atti di guerriglia contro i fascisti. È un film che tratta un periodo storico critico, ossia quello della Resistenza italiana durante la Seconda guerra mondiale”.

Infatti, durante i primi anni di guerra, casa Cervi divenne un vero e proprio luogo del dissenso contro il fascismo. In ambito politico, insieme ai propri sette figli maschi, Alcide Cervi istituì la celebre "Banda Cervi", dedita alla lotta partigiana. Fra gli alleati più famosi, che agirono in strettissimo contatto con loro, ricordiamo: Don Pasquino Borghi, medaglia d'oro al valor militare e tra i primi membri nella banda, Dante Castellucci, comandante partigiano "Facio", il russo Anatolij Tarassov , Quarto Camurri, Bastiranse , paracadutista sudafricano, John Peter De Freitas e Samuel Boone Conley, paracadutista irlandese. Va sottolineato come questa famiglia fu da sempre attiva. I fratelli insieme al padre Alcide, la madre Genoeffa Cocconi ed altre due sorelle, furono dediti all’agricoltura dove attuarono diverse innovazioni, come il primato nella zona all’utilizzo del trattore e nuovi metodi di irrigazione, e si dimostrarono all’avanguardia anche culturalmente, con la creazione di una biblioteca domestica di tutto rispetto.

In seguito, la parola è stata data all’assessore alle Politiche Giovanili di Vasto, Paola Cianci, che, dopo aver rimarcato l’importanza della collaborazione con l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, ha affermato:” L'esperienza dei fratelli Cervi è importante che sia conosciuta anche da voi giovani, in modo tale da rendervi conto di quanto sia stato forte per loro il sacrificio per far godere a noi oggi una condizione di libertà e di vita all'interno di un paese democratico”.

Proprio per l’importanza che questa famiglia ha rivestito per tutta la penisola, furono molti i riconoscimenti a loro donati e tra questi ricordiamo: la famosa Epigrafe di Piero Calamandrei, una poesia di Salvatore Quasimodo e la Medaglia d'argento al valor militare che tutti  e sette i fratelli ricevettero con la seguente motivazione, di cui ne riportiamo solo una parte: “ La fede ardente che li ha uniti in vita ed in morte ed il sacrificio affrontato con eroica, suprema fierezza, fanno di essi il simbolo imperituro di quanto possano l'amore di Patria e lo spirito di sacrificio”.

Importante, inoltre, fu la medaglia d'oro consegnata ad Alcide Cervi, che al momento della morte dei figli era stato incarcerato e la notizia gli giunse solo dopo la sua scarcerazione, per il suo impegno partigiano e per quello dei suoi figli. L’onorificenza in questione raffigura da un lato l’effigie di Alcide e dall’altro un tronco di quercia, rappresentante il padre, tra i cui sette rami spezzati, come i fratelli stroncati dalla morte, brillano le sette stelle dell’Orsa. Al momento della consegna il padre dichiarò:” Guardate il seme, perché la quercia morirà e non sarà buona nemmeno per il fuoco. Se volete capire la mia famiglia, guardate il seme. Il nostro seme è l’ideale nella testa dell’uomo

L'ultimo intervento, prima della riproduzione del film, è spettato ad Andrea Benedetti, membro del direttivo dell’Anpi di Vasto, il quale ha dichiarato:” Noi ci impegniamo a lavorare affinché ci sia quel passaggio di testimone che è necessario, così che i valori della memoria storica e della Resistenza possano essere tramandati anche in futuro”. Ha poi aggiunto:” Voglio sperare che la visione di questo film ci spinga a riflettere sul valore che ha oggi la Resistenza. Vedere quello che accadeva una volta e capire il tipo di riflessione che queste persone dovevano fare, può aiutarci anche oggi a compiere un'analisi più critica di quello che accade intorno e di quanto l'indifferenza e l'intolleranza possano essere il primo seme che porta alla violenza”.