ABRUZZO. Venerdì prossimo 10 dicembre la scuola si ferma per l’intera giornata.
Lo sciopero è stato indetto dalla FLC CGIL insieme a UIL scuola, Snals-Confsal e Gilda Unams. All’origine della protesta la forte esigenza di un profondo mutamento dei contenuti della legge di bilancio nella parte dedicata alla scuola.
Quali sono le ragioni dello sciopero?
Sui motivi dello sciopero, il segretario generale della FLC CGIL, Francesco Sinopoli, si è rivolto direttamente alle iscritte e agli iscritti, ai chi lavora nella scuola e alle Rappresentanza Sindacali Unitarie di questo settore.
“Dopo due drammatici anni di pandemia è diventato chiaro a tutte e a tutti quanto la scuola sia indispensabile per il nostro presente e il nostro futuro – scrive Sinopoli – quanto essa sia importante nella vita di ogni giorno per le studentesse e gli studenti, quanto siano indispensabili tutte le diverse professionalità che operano in essa: per questo avevamo la ragionevole speranza che il Governo fosse pronto a dare un vero e tangibile segnale di attenzione alla Scuola Pubblica”.
Così, però, non è stato! Con la legge di bilancio 2022 in discussione in Parlamento le risorse dedicate alla scuola sono decisamente inadeguate. Ad esempio, le risorse della missione Istruzione scolastica si riducono del 5,2 per cento rispetto a quanto previsto dalla legge di assestamento del 2021. In altre parole, “sulla scuola si torna a risparmiare tagliando” e non si danno risposte alle lavoratrici e ai lavoratori su: rinnovo contrattuale, organico covid, classi troppo numerose, misure a costo zero, precariato e reclutamento.
“Il tempo degli annunci ormai è scaduto – prosegue Sinopoli; è giunto invece il tempo di un cambiamento reale, che restituisca alla scuola pubblica la centralità che merita, per il futuro del Paese. È necessario mobilitarci ora e far sentire la nostra voce, a partire dallo sciopero della categoria proclamato per il 10 dicembre”.
A distanza di settimane dalla proclamazione dello stato di agitazione della scuola, nessuna apertura, nessuna mediazione, nessun passo in avanti da parte dell’Amministrazione per cercare di dare risposte al personale della scuola rimasto senza atto negoziale per il rinnovo del contratto e senza risorse per aumenti a tre cifre come promesso dallo stesso Ministro.
La FLC CGIL insieme a UIL scuola, Snals-Confsal e Gilda Unams aveva posto cinque temi cruciali per la scuola
1. Rinnovo contrattuale Rivendichiamo un rinnovo contrattale dignitoso, in linea con i rinnovi che si vanno delineando per la PA, mentre l’impatto delle risorse stanziate il quadro è desolante: 87 euro di aumento previsto a cui si potranno aggiungere 12 euro, e non per tutti, finalizzati sulla base della ‘dedizione’.
2. Organico Covid E’ necessario stanziare da subito risorse per la proroga del c.d organico Covid ( o di emergenza) utilizzato in pandemia per garantire le misure di sicurezza nelle scuola e per sdoppiare le classi troppo numerose. Per questo organico sono previste risorse solo per il personale docente, non per il personale ATA, che pertanto il 30 dicembre rischia di essere licenziato ;
3. Classi troppo numerose Un tema così sensibile, che con il perdurare della situazione di emergenza sanitaria doveva portare ad una riduzione di alunni per classe, non viene di fatto affrontato, avvenendo a organico invariato, con una mera distribuzione interna;
4. Misure a costo zero disattese Le misure legate a situazioni professionali come quella dei dirigenti amministrativi facenti funzione, o attinenti al lavoro del personale come il blocco della mobilità per legge, invece che regolato per contratto, sono due esempi di misure che possono essere prese a costo zero e invece sono state disattese;
5. Precariato Quello legato al personale precario è un obiettivo sul quale nessun confronto è stato aperto. Il Patto per la Scuola sottoscritto ad aprile contiene misure che vanno in tale direzione ma a questo Patto non è mai stato dato seguito, mentre anche nella nostra regione circa il 20% del personale nelle scuole è precario;
Nessuna risposta concreta è arrivata rispetto a questi temi, chiediamo ‘risorse’ e riceviamo ‘tavoli’.
Ora basta!
La scuola, soprattutto nella difficile fase che stiamo attraversando e dopo gli interminabili mesi di didattica a distanza non può essere considerata ancora un peso, una spesa da contenere.
Lo ribadiamo, la scuola ha rappresentato e rappresenta un pilastro essenziale per la tenuta sociale e democratica del nostro Paese.
Il tempo degli annunci ormai è scaduto; è giunto invece il tempo di un cambiamento reale, che restituisca alla scuola pubblica la centralità che merita, per il futuro del paese.
Per tutte queste ragioni è necessario mobilitarci ora e far sentire la nostra voce, a partire dallo sciopero della categoria proclamato per domani 10 dicembre, con una manifestazione davanti al Ministero dell’Istruzione.
La FLC CGIL Abruzzo Molise sarà presente a Roma per far sentire la voce di protesta dei lavoratori della scuola abruzzese.
FLC CGIL CHIETI