VASTO. Correva il settembre del 1944, quando si fondò a Roma l’Unione Donne in Italia (UDI). Fu la prima nella nostra penisola a prendere l’iniziativa , le cui basi ideologiche e strutturali furono poste da personalità femminili socialiste in tutta l’Europa già dal 1907, di celebrare l’8 marzo 1945 la prima giornata della donna nelle zone della libera Italia.
Con la fine della guerra, l’8 marzo dell’anno successivo, si vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce tra febbraio e marzo, secondo un’idea di Teresa Noce, di Rita Montagnana e di Teresa Mattei. Più tardi a livello internazionale solo nel 1977 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite , con la risoluzione 32/142, riconobbe “ il ruolo della donna negli sforzi di pace e l’urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del paese”.
Mi è sembrato giusto iniziare la commemorazione di questa festa, con una breve rassegna storica che evidenzia come solo nel corso del XX secolo si sia iniziato a prendere consapevolezza, in forma ufficiale, dell’importanza che riveste la donna nella società e nel mondo intero. Parliamo di un’entità che è sempre stata presente nel corso della storia, in maniera anche preponderante nonostante non sia stata alle volte mai del tutto esplicitata. Basti pensare che “ Dietro ogni grande uomo c’è una grande donna” (Virginia Woolf) o prima ancora al vecchio detto latino “Dotata animi mulier virum regit”, ossia “Una donna provvista di coraggio sostiene e consiglia il marito”.
Queste frasi sono il riflesso di un mondo e di un tempo, dove gli uomini incatenavano successi, spronati dalle grandi donne che rimanevano dietro in disparte. Si parla di un’era dove una donna non poteva avere successo. Dove i successi erano attribuibili solamente agli uomini.
Ebbene io ora non sono qui per citare nomi di donne che si sono contraddistinte nella storia per le gesta che hanno compiuto, ci hanno già pensato altri. Io ci tengo davvero col cuore a ricordare che le donne, insieme agli uomini, fanno parte di uno stesso tessuto sociale composto di uguali diritti, doveri, abilità e competenze, con cui solo insieme, in maniera sinergica e collaborativa si potrà veramente arrivare a quella civiltà piena, a quella consapevolezza dell’esistenza corretta e giusta che purtroppo sono venute meno, in quanto hanno avuto il sopravvento atteggiamenti discriminatori , non egualitari ed elementi di una matrice culturale fallace da tempo e che , per alcuni aspetti, persiste tutt’ora. La mia riflessione quindi va a tutte quelle donne, che siano nonne, madri, sorelle, mogli, fidanzate o dirigenti e dipendenti che sia in famiglia sia in lavoro si sono contraddistinte per le loro qualità, per la loro caparbietà, per le loro peculiari caratteristiche con cui sono riuscite e riescono ad andare avanti e per le quali rappresentano il valore unico e speciale del mondo tutto.
Onore e rispetto a voi sempre per ciò che avete fatto, continuate a scegliere in maniera libera chi volete essere, opportunità di cui ognuno di noi deve e può avvalersi, e che possiate davvero realizzarvi e vivere a pieno “nonostante tutto”.
Buona festa della donna