VASTO. “Quando si discute della pista ciclabile lungo la Costa dei trabocchi innanzitutto occorre condividere che la Via Verde è un “bene comune” e non un semplice oggetto del mercato. Se lo si fa alcune conseguenze logiche seguono in maniera necessitata.
Certamente la Via Verde rappresenta un valore economico per il territorio, ma non ogni progetto può essere condiviso. Bene che lungo la pista prendano vita locali per svago, ristorazione e accoglienza. Ma non sarebbe certamente un bene, se le potenzialità economiche venissero perseguite senza aver cura del benessere delle persone e dell’ambiente.
Uno sfruttamento commerciale intensivo generalmente risulta attraente per la malavita organizzata, produce danni ambientali, favorisce il turismo distruttivo.
Affinché questo non avvenga gli enti locali devono mantenere il controllo delle iniziative, non si può cedere del tutto ai privati un bene comune. Ma questo succederà per certo se il gestore dell’intero percorso fosse un unico privato, inevitabilmente teso a massimizzare il proprio profitto.
Se questo avvenisse la logica del profitto spazzerebbe via ogni illusione ambientalista e di turismo sostenibile, gli enti pubblici abdicherebbero al loro ruolo programmatorio, i piccoli imprenditori sarebbero subordinati al volere del grande imprenditore.
Per queste ragioni Sinistra Italiana condivide e sostiene le obiezioni e le preoccupazioni espresse dalle associazioni dei commercianti e dagli amministratori locali nei confronti del progetto proposto da un imprenditore anche internazionale. Grandi investimenti sono fatti per grandi guadagni, senza riguardo per le persone e l’ambiente.
Da qui la necessità di costituire un’associazione che consenta programmazione e condivisone degli obiettivi, nella quale siano presenti gli enti locali ed i privati del posto”.
Alfonso Di Tullio, Sinistra Italiana, Coordinatore Provinciale di Chieti
Michele Marino, Sinistra Italiana, Vice Coordinatore Provinciale di Chieti
Gennaro Garofalo, Sinistra Italiana, Segretario cittadino di Chieti