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venerdì 9 Maggio 2025
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“Violenza al carcere di Teramo, situazione fuori controllo”

ABRUZZO. Nel carcere di Teramo continuano incessanti i disordini interni tra detenuti continuando a mettere a dura prova la resistenza degli agenti di Polizia Penitenziaria.

E di nuovo siamo costretti a riportare l’ennesimo fatto di cronaca accaduto nella serata di ieri 18.02.2023 all’interno del carcere di Castrogno a Teramo in cui una rissa tra detenuti scoppiava improvvisa tra due fazioni, da un lato albanese dall’altro italiana, che per motivi ancora da accertare venivano allo scontro di fronte all’unico agente presente in quel momento, impiegato per dover gestire un centinaio di detenuti.

Ma fatto ancor più grave, è che uno dei facinorosi riusciva a raggiungere i comandi di controllo degli sbarramenti del piano detentivo favorendo lo scontro tra detenuti. Sottolineiamo ancora una volta: un agente di Polizia Penitenziaria con 100 detenuti da sorvegliare, privo di ogni dispositivo di protezione, e posto al diretto contatto con la popolazione detenuta.

È doveroso evidenziare che in quel momento tutti i piani detentivi, ciascuno con un centinaio di detenuti ristretti, erano sorvegliati da un unico agente, 4 agenti in rapporto ad oltre 420 detenuti ad oggi presenti nel penitenziario Teramano. E nonostante tutto si è intervenuti, si è posta la sezione in sicurezza ed il personale indenne riusciva a riportare ordine nella sezione.

Ma questa situazione come tante altre che caratterizzano la quotidianità di Castrogno sta portando all’esasperazione gli agenti di Polizia, stremati all’inverosimile da turni massacranti da svolgere in continue condizioni di pericolo e di insicurezza assoluta. Cosa sta aspettando la classe politica a dare una risposta alle nostre incessanti richieste di incremento del personale, di adeguati equipaggiamenti di difesa (il taser su tutti), di adattamento delle vecchie strutture detentive a più aggiornate automazioni di sicurezza? Come si può pensare che gli sbarramenti di una sezione detentiva possano essere garantiti da bracci semoventi del tipo utilizzato per le recinzioni domestiche? Come si può pretendere da un solo agente di garantire la sicurezza di un centinaio di detenuti per lo più psichiatrici, con gravi problematiche di tossicodipendenza liberi di gironzolare per l’istituto dalla mattina alla sera e per giunta senza neanche un dispositivo di sicurezza o controllo? Per non parlare poi dei sistemi di videosorveglianza interni sui quali è opportuno stendere un velo pietoso. Sicurezza? Rieducazione? Controllo? Dovrà accadere l’irreparabile perché lo Stato apra gli occhi su una realtà che si ostina a guardare solo dalla prospettiva dei detenuti? Cambiamento o senso di vergogna? Chiediamo allo Stato una scelta decisa e nulla più.”

La Segreteria Provinciale, Si.N.A.P.Pe Teramo.