X
venerdì 14 Marzo 2025
Cerca

Cinghiali, l’alternativa green alla caccia: “Feromoni dissuasori per gestire il conflitto antropico”

VASTO.In un epoca in cui il conflitto antropico con gli animali selvatici è in graduale aumento, come gruppo di ricerca stiamo cercando di trovare delle soluzioni green che prevedano alternative al mero abbattimento, scelta, come nel caso dei cinghiali, che non è stata con evidenza efficace nel risolvere il problema”.  

A spiegarlo è Andrea Mazzatenta, docente di Fisiologia presso la facoltà di Medicina dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara e di Psicobiologia e Psicologia Animale presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Teramo. Lo abbiamo contattato alla luce dei numerosi avvistamenti in città non solo di ungulati, ma anche di lupi e altre specie cui fino a pochi anni fa non era usuale imbattersi a Vasto e nel Vastese. Il ricercatore, inoltre, è a capo di un team che sta lavorando sull’utilizzo dei feromoni come “dissuasori”, un sistema ecosostenibile che potrebbe contribuire a contenere tale fenomeno. 

“Anche altre specie – continua Mazzatenta – si stanno avvicinando ai centri abitati. Si pensi ai lupi, la cui presenza è giustificata della proliferazione degli ungulati. A dirlo è il modello matematico Lotka-Volterra secondo cui all’incremento della preda deriva quello dei predatori e al suo decremento si verifica il fenomeno contrario. Non dimentichiamoci che preda elettiva del lupo è proprio il cinghiale. In questo periodo in cui stanno nascendo gli istriati, ovvero i cuccioli di cinghiale, i lupi sono in fervente attività e per questo è abbastanza facile vederli. Anche i caprioli stanno aumentando di numero perché il lupo è più concentrato sul cinghiale, data la sua enorme abbondonza. Per questa ragione stanno aumentando anche gli esemplari di capriolo sul territorio. 

Poi c’è il cervo che è stato reintrodotto nei parchi e, in carenza di predatori come il lupo, ha creato stabili popolazioni nelle aree montane e ora alcuni individui stanno cercando nuovi spazi ed è per questo che sono arrivati nel Chietino e anche a Vasto, dove ci sono diversi avvistamenti (Leggi)

Non dimentichiamoci di altre specie più difficili da scorgere come l’istrice, la cui area di maggiore distribuzione era la Toscana mentre ora lo troviamo frequentemente anche da noi. Qualche fortunato può imbattersi in suo aculeo anche solo passeggiando sulle spiaggia di Mottagrossa. Un altro animale che sta arrivando dall’estero, attraverso il confine triestino, è lo sciacallo dorato. Ci sono anche specie di nuova importazione a scopi venatori come la mini lepre che vengono dalla Florida e che stanno causano diversi danni in Lombardia, perché è un animale ad alta proliferazione. Sono arrivate anche specie esotiche per scopi ludici come l’orsetto lavatore, la nutria, utilizzata per la pelliccia e che ora è diffusissima. Il conflitto antropico, dunque, deriva da una mala o completa assenza di gestione della fauna, anche perché molto spesso non si conoscono le regole della biologia”. 

E alla domanda “è possibile quindi un’alternativa?“, ecco la risposta che deriva proprio dalla ricerca:

“Stiamo lavorando su più fronti e il primo lavoro riguarda il bouquet feromonale dell’orso. Questo è il terzo studio al mondo che si occupa di feromoni ursini, nonché il primo che restituisce un’analisi completa del bouquet feromonale, utilizzando più ghiandole del corpo e non isolando un solo gruppo in particolare. Questa scoperta dà anche il vantaggio di capire quali sono i feromoni tipici del sesso maschile, ad esempio, e quali quelli della specie ursina e di quella che in particolare abita il nostro Paese, date le differenze genetiche. Si apre così uno scenario importante poiché è possibile pensare ad un dissuasore basato sui feromoni. Qualcosa di molto naturale, estremamente facile da produrre per un’azienda chimica che voglia investire su questo tipo di progettualità, al fine di creare delle barriere, senza l’utilizzo di strumentazioni ingombranti, che demarchino un territorio. Queste sostanze andrebbero rinnovate, perché soggette alle intemperie, ma aprirebbero ad uno scenario innovativo, green e futuristico di facile applicazione, finalizzato a ridurre il conflitto antropico. I feromoni possono essere di due tipo, o avversi, quindi che impediscono l’accesso degli animali in determinate aree, o attrattivi, cioè per indirizzarli in luoghi idonei. Questi feromoni scatenano meccanismi fisiologici inconsapevoli, ma gli animali ne subiscono comunque gli effetti. Si tratta di un meccanismo complesso che vede coinvolte due reti nervose completamente diverse, quella della percezione olfattiva e quella della percezione feromonale che non passa dalle aree cerebrali della consapevolezza”.