MONTEODORISIO. A Napoli si è parlato della malattia di Lyme e per l’Abruzzo come referente era presente Nicola Generoso, ma l’Abruzzo era assente:
‘Non capita tutti i giorni che si parli di malattia di Lyme e sono felice che in quel di Napoli sia stato realizzato un evento di portata internazionale al quale sono stato invitato in qualità di portavoce nella mia provincia di quelle persone che soffrono e che probabilmente continuano ad vere diagnosi errate per questa malattia per la quale gli specialisti presenti hanno evidenziato la sua diffusione in tutto il mondo, pur se considerata e catalogata come malattia rara e cronica, difficile da diagnosticare e curare se non si hanno le dovute conoscenze.’
Lo riporta Nicola Generoso chiamato a presenziare all’evento partenopeo dalla Dr.ssa Patrizia Forgione, dirigente medico presso l’Unità operativa semplice dipartimentale di Dermatologia dell’ospedale S. Maria di Loreto Nuovo.
‘Tra i diversi luminari presenti, oltre alla stessa Dr.ssa Forgione, vari specialisti anche ricercatori tra i quali il Prof. Christian Perronne, il Prof. Maurizio Ruscio, il Dr. Mattia Izzo, il Prof. Giusto Trevisan, il Prof. Mario Delfino e tanti altri – aggiunge Generoso – ed è stato un momento di confronto importante. La Malattia di Lyme o Borreliosi di Lyme (BL), come è stato chiarito nell’incontro, è una malattia parassitaria trasmessa da vettori che possono inoculare una Spirochæta, la Borrelia burgdorferi sensu lato. L’infezione viene trasmessa all’uomo attraverso un morso di zecca appartenente al genere Ixodes spp. di cui esistono specie diverse a seconda delle aree geografiche. I sintomi precoci comprendono rash cutaneo eritematoso nella zona del morso, che tende ad espandersi, e che può essere seguito dopo settimane o mesi da alterazioni cardiache, oculari, reumatologiche, neurologiche e psichiatriche.’
‘Incontri del genere sono importanti – aggiunge Generoso – perché, come è stato evidenziato, la diagnosi, essenzialmente clinica negli stadi iniziali della malattia, richiede una anamnesi approfondita per la ricerca ed individuazione di possibili coinfezioni. Molto complessa è la valutazione degli esami diagnostici per una corretta diagnosi e il monitoraggio della malattia. Scopo del corso è stato quello di fornire ai medici ed agli operatosi sanitari gli strumenti per riconoscere e diagnosticare i malati precocemente, considerando che la malattia non trattata può divenire invalidante fino all’exitus.’
Quindi ‘la mancanza di informazioni potrebbe indurre i medici a fare errate diagnosi e chi è affetto dal Lyme non avrà la possibilità di guarire o meglio limitare i danni ed al contempo vedrà negarsi i propri diritti come è capitato e sta capitando al sottoscritto. Quello che dispiace, e molto, è che all’incontro hanno partecipato diversi medici di tutta Italia, ma a malincuore non ho visto nessun medico dell’Abruzzo. Anzi, esistono 40 centri in Italia che si occupano di Lyme, uno finanche a Campobasso, ma nessuno nella nostra regione. Ed allora mi chiedo e, soprattutto, chiedo ai medici, ai dirigenti medici delle Asl, alle commissioni invalidità su quali basi possono riconoscere, diagnosticare e valutare la gravità di una patologia senza avere probabilmente delle competenze e delle conoscenze adeguate?
La sanità – secondo il sottoscritto – dovrebbe venire incontro al malato, a chi già soffre, non deve continuare ad essere indifferente di fronte ad una patologia che sta diventando sempre più diffusa. A detta da chi cura Lyme da decenni. Io mi metto a disposizione delle varie istituzioni e del sistema sanitario a tutti i livelli perché si giunga ad una sensibilizzazione su una patologia così sottovalutata che forse rara non è più.’