GISSI. Con la precipua finalità di “generare un nuovo modo di abitare che guardi lontano nel tempo e nello spazio” (dal Piano RiGenerazione Scuola del Ministero dell’Istruzione) e di avvicinare il mondo della scuola a quello dell’archeologia in maniera diretta e concreta per renderli consapevoli del valore conoscitivo dei beni archeologici e ambientali del proprio territorio, gli alunni e le alunne delle classi terze, quarte e quinte delle scuole primarie dell’Istituto Omnicomprensivo di Gissi sono stati coinvolti nelle attività previste nel Progetto “Interpreto i Segni del Tempo”, inserito nel PTOF della scuola. La conoscenza del patrimonio storico–artistico-archeologico del territorio locale gioca un ruolo fondamentale per la formazione di una identità e di una memoria storica condivise del proprio passato contribuendo ad acquisire le basi per una giusta valorizzazione e fruizione dei beni culturali locali.
Esso, infatti, rappresenta una risorsa di grande importanza per il nostro territorio ed è
al centro delle attività educativo-didattiche, punto di partenza per sviluppare competenze e abilità trasferibili e trasversali a diverse discipline, per organizzare processi di apprendimento e per promuovere il sapere.
Pertanto, le scolaresche di classe Terza si sono recate a Chieti, presso il Museo Archeologico Nazionale di “Villa Frigerj” per visitarlo e per scoprire l’imponente Guerriero di Capestrano, il più celebre guerriero italico, icona simbolo dell’Abruzzo e della sua identità. Sono state svolte, inoltre attività laboratoriali per ripercorrere, insieme alle archeologhe teatine, la vita contadina nel Neolitico e, in particolare, per conoscere e confrontare le coltivazioni di quel tempo con quelle di oggi e gli strumenti utilizzati per la trasformazione, fin dalla macina di pietra del Neolitico.
Parallelamente, le classi Quarte e Quinte dell’Istituto sono state coinvolte in attività di drammatizzazione a conclusione della lettura e dell’analisi del testo “Viteliù – Il Viaggio di Marzio” del noto scrittore Nicola Mastronardi. Il tutto si è sviluppato presso l’Area Sacra dei Templi Italici di Schiavi di Abruzzo, alla presenza della Dirigente Scolastica Aida Marrone, che con passione ed entusiasmo ha coinvolto gli insegnanti e gli alunni, dello stesso autore del testo che con gratitudine e commozione si è complimentato con tutti, del Presidente del Centro Italico Safinim di Schiavi di Abruzzo, Armando Falasca, e del Sindaco del paese Luciano Piluso.
Queste attività permettono di rafforzare l’importanza dei beni archeologici rendendoli un valore condiviso, inteso come una possibilità di crescita per i ragazzi, per le singole comunità e per la società nel loro complesso.
“Possiamo viaggiare solo leggendo, oppure anche vedendo le magnificenze delle nostre città e dei paesaggi illesi. Ma non tutte le civiltà sono visibili. Per restituire la vita e rivedere quanto si è trasformato in strati sotto i nostri piedi, serve l’archeologo che sa smontare le azioni umane come le bacchette nel gioco dello Shanghai.” (Andrea Carandini)
… E per un giorno i nostri alunni hanno indossato le vesti dell’archeologo!
L’insegnante responsabile Daniela Di Biase