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venerdì 14 Marzo 2025
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Abruzzo Pride a Chieti: è scontro tra monsignor Bruno Forte e Giovani Democratici

ABRUZZO. L’arcivescovo di Chieti Vasto, Bruno Forte, interviene sull’Abruzzo Pride, in programma il 24 giugno a Chieti, per evidenziare che “se da una parte il messaggio di non discriminare nessuno non può che essere condiviso, dall’altro non è sana la pretesa di cancellare la differenza sessuale”, proponendo motivi di riflessione che indirizza a tutti, “a chi vi prenderà parte, a chi vi si asterrà, come a chi sente quest’evento come estraneo o contrario alle proprie convinzioni e alla storia della città e della sua cultura”.

   L’arcivescovo, richiama quanto affermato da Papa Francesco nell’enciclica ‘Laudato Sì’, al numero 155 ovvero “l’accettazione del proprio corpo come dono di Dio è necessaria per accogliere e accettare il mondo intero come dono del Padre e casa comune.

 Imparare ad accogliere il proprio corpo, ad averne cura e a rispettare i suoi significati è essenziale per una vera ecologia umana. Anche apprezzare il proprio corpo nella sua femminilità o mascolinità è necessario per poter riconoscere sé stessi nell’incontro con l’altro diverso da sé. In tal modo è possibile accettare con gioia il dono specifico dell’altro o dell’altra, opera di Dio creatore, e arricchirsi reciprocamente.

   Pertanto, non è sano un atteggiamento che pretenda di ‘cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa’”.

   Forte ricorda alcuni aspetti della visione cristiana della vita che comprendono, oltre a quanto già citato nell’enciclica, “la gratitudine per aver avuto nella nostra infanzia un papà e una mamma ed essere cresciuti all’interno di famiglie aperte alla vita; la consapevolezza che donare la vita è la gioia più grande ed il dono più augurabile per tutti e per ciascuno, poiché in questa relazione vitale si esprimono l’amore reciproco e la sua fecondità”.

   L’arcivescovo sottolinea inoltre che “la differenziazione sessuale è vitale e arricchente per la crescita di tutti: più siamo capaci di accoglierci autenticamente sul piano sessuale, più ci accorgiamo di essere capaci di accogliere le persone provenienti da altre etnie, lingue e culture, nella loro nativa ricchezza sociale e politica, diventando così anche più aperti all’accoglienza degli immigrati e dei richiedenti asilo”.  (FONTE ANSA).

Questa la replica dei Giovani Democratici: “Il comunicato emesso dall’Arcivescovado nella mattinata del 20 giugno esprime chiaramente quale è il punto di vista del Monsignor Bruno Forte riguardo la manifestazione dell’AbruzzoPride, che si terrà a Chieti il prossimo 24 Giugno.

Fa piacere sapere che le battaglie sui diritti, il rispetto di sé stessi, l’accettazione del proprio corpo nella sua femminilità eo mascolinità (importante nell’incontro con l’altro diverso da sé, per arricchirsi reciprocamente), sia progetto comune tra società e Chiesa Cattolica Apostolica Romana.

Per questo La ringraziamo Vescovo per le sue parole; però ci teniamo a precisare, facendoci in parte portavoce di una idea collettiva che accomuna la comunità dei Giovani Democratici a quella delle moltitudini di realtà che animeranno la manifestazione il prossimo fine settimana, che nessuno ha mai parlato di “cancellare la differenza sessuale perché non si sa più confrontarsi con essa” ma proprio perché si ha sempre più consapevolezza di sé stessi il 24 giugno andremo alla manifestazione del Pride, a ricordare che:

  1. Le famiglie aperte alla vita non sono necessariamente formate da una madre e un padre ma sono quelle che amano;
  2. “Donare la vita” prima di essere un dono è una responsabilità, cosa che rimane estremamente chiara a chi decide di formare una famiglia in termini non biologici, senza contare che definire la “fecondità” come fine e non come mezzo ci pare totalmente contradditorio rispetto al concetto di rispetto del corpo e della sessualità;
  3. L’accettazione del proprio corpo, come ha espressamente scritto nel suo comunicato, è fondamentale nel rispetto e nell’ incontro con l’altro. Questo è rilevante in relazione all’educazione degli adolescenti e dei giovani, nell’accoglienza di varie etnie con culture e lingue diverse dalla nostra e dei richiedenti asilo, per questo esiste la giornata internazionale del rifugiato. Sa, avremmo accolto con gioia sue parole a riguardo, nella giornata di ieri. Dispiace constatare che il tema dell’immigrazione venga usato oggi per accusare e non ieri per accogliere.
  4. Saremo sempre rispettosi delle convinzioni etiche e religiose di ciascuno, perché crediamo che questo rispetto goda di reciprocità;
  5. I diritti non sono obblighi, ognuno è libero di scegliere chi essere, come realizzarsi, con chi stare.

Solo perché alcune scelte non rientrano in quelli che sono i “canoni” religiosi e sociali odierni, non significa che siano meno importanti di altre.

L’invito al PRIDE è aperto anche a Lei, se vorrà essere presente saremo felici di accoglierla con tutto il rispetto e potrà constatare con i suoi occhi che la più bella manifestazione di amore viene da chi è libero di essere se stess*.”