PALATA. La pioggia si confonde con le lacrime delle tante persone che hanno partecipato all’ultimo saluto di Gianluca De Santis, il 40enne vittima della tragedia consumata nella Sabino Esplodenti di Casalbordino lo scorso 13 settembre (Leggi).
La chiesa di Santa Maria La Nova, a Palata, dove il sindaco ha proclamato lutto cittadino, non è riuscita ad accogliere i tanti che, anche sotto la pioggia, hanno voluto dare il loro saluto a Gianluca ed esprimere la vicinanza alla famiglia. Molti, infatti, sono rimasti fuori sotto la pioggia.
Presenti i sindaci, in fascia tricolore, dei paesi colpiti, Palata e Casalbordino.
A celebrare la funzione religiosa il vescovo monsignor De Luca, don Franco Pezzotta, padre Giovanni Murazzo. Il vescovo ha anche salutato il parroco don Elio Benedetto, assento poiché influenzato.
«Nostro fratello Gianluca ora è nella pace- ha esordito così il vescovo De Luca, durante la funzione religiosa- perché la sua vita è diventata sacrificio».
Sacrificio sì, il sacrificio di chi ogni giorno si alza per andare a lavoro e riportare un pezzo di pane a casa. Lavoro, quel luogo in cui dovresti essere protetto.
«Cristo si è sacrificato per noi. È il Signore che ci dà la pace, non ce la diamo noi. Di questo segno che avete dato in questi giorni, questa vicinanza, a Deborah e ai congiunti, facciamo che questa preghiera sia la più intensa alla quale partecipiamo. Partecipiamo con il cuore».
È buio a Palata, il sole non c’è. È triste il cielo così come lo sono i cuori di tutta la famiglia, amici e conoscenti di Gianluca. C’è silenzio e buio che si mischiano alle tante lacrime.
Il cuore e l’anima di chi ha conosciuto Gianluca è lacerato in due. Le domande sono molteplici ma ora lasciano spazio solo al grande vuoto.
«Oggi ci ritroviamo qui come nella frase della seconda lettura- ha detto il vescovo- la frase che recita così: “il popolo viene senza comprendere”. Ed è così davvero. Non ci sono ragioni dinanzi alla morte ma soprattutto non ci sono ragioni dinanzi a questa morte. Ma qual è il fatto al quale la Parola di Dio ci richiama? È quello che viene narrato nel Vangelo. “Era verso mezzogiorno, il sole si ecclissò e si fece buio su tutta la terra, il velo del tempio si squarciò”. Cosa strana e straordinaria, ma anche qui c’è Gesù che gridando a gran voce disse “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Questo passaggio di consegnare al Padre lo spirito, sono certo che il nostro fratello Gianluca lo ha avuto. Sono certo che ognuno di noi non muore da solo.
La morte non è l’ultima parola della nostra vita ma è la porta che immette nel compimento e nella pienezza della nostra vita e della nostra esistenza. La morte non è per sempre. Se Cristo è risorto anche noi risorgeremo. Questa fede ci porta a sentire il vero nelle parole della prima lettura, e non di circostanza. Il Signore ci accompagni con la preghiera a sostenere la famiglia del nostro Gianluca».