SAN SALVO. Quarta e ultima esperienza “scolastica” degli studenti del Mattioli-D’Acquisto di San Salvo nella città catalana (Leggi). A raccontarla stavolta sono Giulia Cocco, Rebecca Di Tullio, Emma Dolce, Iones Samel, Sara Taraborrelli e Francesco Triveri:
“Tra febbraio e marzo di quest’anno abbiamo partecipato al programma di mobilità studenti Erasmus+ Long term mobility, che prevedeva la permanenza, per un totale di 30 giorni, in Spagna e precisamente a Barcellona.
Il programma si è basato sull’accoglienza in famiglie spagnole, dove siamo stati ospitati per tutto il tempo della mobilità, e l’attività scolastica svolta in un istituto superiore pubblico, il Jaume Mimó.
Durante la nostra permanenza, abbiamo avuto modo di esplorare e di immergerci nella vita quotidiana e scolastica dei nostri coetanei spagnoli. Ogni giornata è stata una nuova avventura, sia per le visite alle principali attrazioni della città: Parc Güell, Sagrada Familia, la Rambla, Casa Milà, Casa Batlló, Barrio Gotico e la Cattedrale, mercato della Boqueria, Parc della Ciutadella, il quartiere della Barceloneta, sia per le lezioni nella nuova scuola.
La direttrice e i docenti del Jaume Mimò ci hanno inseriti fin da subito in classi diverse: anche se tutti avevamo delle materie in comune come storia, matematica, spagnolo, catalano, inglese, per altre materie ci sono state assegnate lezioni da seguire in base al nostro anno e indirizzo di studi: economia aziendale e funzionamento d’impresa per le studentesse del tecnico economico; biologia, chimica, fisica e filosofia per i ragazzi e ragazze del liceo scientifico. Durante questo percorso, inoltre, abbiamo sostenuto degli esami, previsti dal regolamento dell’istituto.
Ognuno di noi era fornito dell’orario scolastico da seguire, tra le diverse ore di lezione avevamo un’ora di “Tutoria”, nella quale potevamo recuperare gli argomenti delle lezioni che si stavano svolgendo in Italia nella nostra classe e lavorare a due progetti di cittadinanza, come l’approfondimento sulla regione catalana e la storia del suo desiderio di indipendenza e lo studio sul riciclo creativo nelle opere artistiche di Antonio Gaudì.
Questa esperienza ci ha permesso di crescere e responsabilizzarci, di migliorare le nostre competenze linguistiche e di farci avvicinare ad una nuova cultura, diversa dalla nostra. Siamo tornati a casa ricchi di ricordi indelebili e con una maggiore consapevolezza di cosa significhi vivere in un contesto multiculturale”.