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venerdì 14 Marzo 2025
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“Produzione in Italia marginalizzata”: presidio davanti ai cancelli dell’ex Sevel

ABRUZZO. “Vi sono responsabilità gravi di Stellantis, che ha scelto di marginalizzare la produzione negli stabilimenti italiani, dei governi e persino dei sindacati concertativi che dal ‘ricatto’ di Marchionne nel 2010 hanno collaborato allo smantellamento delle produzioni in Italia, ignorando le politiche aziendali di progressivi e persistenti investimenti in altri paesi, limitandosi alla ricezione acritica delle promesse di nuovi modelli, senza garanzie occupazionali per i lavoratori ed il governo italiani”.

A sostenerlo sono i Coordinamenti Slai Cobas Chieti e Usb Lp Abruzzo-Molise, che hanno annunciato uno sciopero di otto ore su ogni turno il prossimo 8 novembre con un presidio davanti ai cancelli alla Stellantis di Atessa (Chieti) di quattro ore dalle 11 alle 15.

 “Il quadro attuale è complicato – si legge in una nota dei sindacati – per le scelte politiche che hanno preferito finanziare con 13 miliardi di euro, la rincorsa agli armamenti, un’economia di guerra, condannando l’automotive in Italia all’estinzione: ultimo colpo inflitto dal governo Meloni il taglio dei fondi europei pari a 4,6 miliardi di euro destinati alla transizione energetica per contrastare nei prossimi anni i disastri socio-ambientali conseguenti la crisi climatica”.

 Secondo i sindacati “si assiste da mesi allo stucchevole scontro tra governo e Stellantis che, come consuetudine storica, chiede di socializzare la crisi per preservare i profitti, continuando a riservare dividendi miliardari agli azionisti.

A pagarne il conto, come al solito, sono i lavoratori con netta riduzione dei salari provocata dalla cassa integrazione mensile, utilizzata anche in modalità discriminatoria nei confronti degli operai fragili o sindacalmente scomodi e le migliaia dell’indotto e delle ditte appaltanti che già da tempo subiscono la politica Stellantis di efficientamento con taglio dei costi”.

 “È sempre più evidente il rischio di ulteriori ridimensionamenti o chiusure dei siti italiani – sottolineano i sindacati – la vicenda della Gigafactory di Termoli è emblematica delle ambiguità Stellantis, non è escluso lo stabilimento di Atessa, considerate le scelte di delocalizzazione produttiva dei veicoli commerciali leggeri che privilegiano gli stabilimenti gemelli in Polonia e in Francia per la futura realizzazione di furgoni alimentati ad idrogeno”.  (FONTE ANSA)