“L’allarme delle aziende del biomedicale”
ABRUZZO. Lo strumento del payback dispositivi medici è stato fin da subito contestato dalle imprese del settore che hanno ritenuto inaccettabile che debbano essere le stesse imprese private a ripianare una parte dei debiti per l’acquisto dei dispositivi medici accumulato dalla pubblica amministrazione, che, per inciso, ammonta a circa 2,1 miliardi di euro, poi ridotto al 48%, per le sole annualità dal 2015 al 2018.
In altre parole, un tentativo da parte dello Stato di ribaltare sulle aziende private i propri debiti.
Ivan Pantalone, Presidente ASFO Sanità Abruzzo-Molise e Vicepresidente Nazionale FIFO Sanità: “La decisione del governo di non affrontare questo problema nella manovra finanziaria ci lascia profondamente delusi ed amareggiati. In assenza di una rapida soluzione, le conseguenze saranno catastrofiche: il fallimento di circa 2.000 aziende, il licenziamento di 190.000 lavoratori (dati Nomisma) e ciò comporterà enormi problemi nell’approvvigionamento di dispositivi medici essenziali per erogare le prestazioni sanitarie.
In uno scenario del genere, – prosegue Pantalone – le ripercussioni andranno a gravare sui pazienti che si troveranno senza accesso a tecnologie e cure indispensabili.
Il comparto dei dispositivi medici è fondamentale per l’adeguato funzionamento del sistema sanitario e l’assenza di interventi significativi, volti ad abolire questa assurdità normativa, comprometterà l’intero equilibrio del sistema.”
Una riflessione approfondita e un intervento mirato sono quindi urgenti, per evitare che una crisi economica e sanitaria si traduca in danni irreparabili per le imprese, per i pazienti e per l’intero Sistema Sanitario Nazionale.