VASTO. “Negli ultimi tempi, in questo luogo digitale, ho subito, nei commenti ai miei post, ripetuti attacchi e derisioni a causa del mio cognome. Queste esperienze non sono solo fastidiose, ma rappresentano una forma di violenza psicologica e bullismo inaccettabile. La discriminazione di genere non ha posto nella nostra società e non deve essere tollerata”.
A sfogarsi sulla sua pagina ufficiale di Facebook è il vice segretario regionale della Lega ed ex consigliere regionale Sabrina Bocchino. Il riferimento è ad alcuni insulti ricevuti sui social, tra cui quelli da parte di Raimondo Etro, brigatista rosso condannato in via definitiva nel 1999 a 20 anni e 6 mesi di carcere per concorso nella strage di via Fani e nell’omicidio del giudice Palma. Come riporta il quotidiano Il Centro, che cita il capo d’imputazione del pm romano Alessia Miele, l’ex brigatista “offendeva la reputazione di Sabrina Bocchino postando il 30 marzo 2021 la frase ‘il cognome è ereditato o acquisito?”.
Fare “un appello al rispetto e alla tolleranza”, questo l’obiettivo del post di Bocchino che scrive: “Facebook è un luogo di incontro, dibattito e scambio di idee, ma è fondamentale che ogni interazione sia improntata al rispetto reciproco. La mancanza di rispetto e tolleranza, per chi ha idee ed opinioni diverse dalle nostre, non è solo deludente, ma dannosa per tutti noi. Peggio ancora se questa intolleranza si trasforma in un messaggio discriminatorio nei confronti di una donna! Pertanto, voglio far sapere che non rimarrò in silenzio. Mi adopererò per vie legali per perseguire chiunque continui a discriminare, bullizzare o esercitare qualsiasi forma di violenza psicologica. Insieme possiamo costruire un ambiente più inclusivo e rispettoso per tutti”.