VASTO. Una sanità colorata di rosa quella della Asl Lanciano Vasto Chieti dove da record sono i numeri che attestano una presenza femminile nettamente superiore a quella maschile. È grande di 512 unità, infatti, la fetta dove trovano posto le donne medico, su un totale di 844 dirigenti in servizio negli ospedali dell’azienda sanitaria 02. Ma a detenere il primato di “camice bianco in rosa” è in particolare l’ospedale San Pio da Pietrelcina della città rivierasca dove ben quindici sono le dottoresse che ricoprono figure apicali come responsabili di reparto o facenti funzione, tra unità operative complesse e semplici. Tra loro Maria Pina Sciotti (Malattie infettive), Maria De Laurentiis (Geriatria), Laura Bonanni (Clinica neurologica), Nanda Furia (Cardiologia e Utic), Giuseppina Gallo (Anestesia e rianimazione), Lucia Perilli (Nefrologia e dialisi), Patrizia Brindisino (Pediatria e nido), Maria Marino (Gastroenterologia ed endoscopia digestiva), Letizia Di Fabio (Farmacia ospedaliera), Gemma Molino (Salute Mentale – Day hospital psichiatrico), Fabiola Tamburo (Urologia), Annalaura Di Febo (Laboratorio analisi e Centro trasfusionale) e la responsabile della direzione del San Pio Francesca Tana.
Nel presidio vastese il primo reparto ad essere diretto da una donna è quello di Radiologia dove a condurne le redini dal 2006 è Maria Amato e dove attualmente la quota femminile ha raggiunto il 66 per cento: “Un percorso che rispecchia quello nazionale e che in particolare a Vasto vede oggi una realtà ben diversa rispetto a quando sono arrivata io: ero sola in un mondo tecnologico di soli uomini. Ora stiamo sicuramente assistendo ad un cambiamento culturale già a partire dal basso. Il numero delle donne nelle università di Medicina, infatti, ha ormai rotto il muro della parità, ma nonostante questo il problema vero risiede nella conservazione del potere perché ancora basso è quello dei professori ordinari donna. E lo è anche nelle direzioni generali, ancor meno negli Ordini dei medici dove lo zoccolo duro è quello dei presidenti uomini”.
E se è un mix di passione e competenza a determinare la qualità di un professionista indipendentemente dall’appartenenza di genere, la presenza rosa in un luogo dedicato alla cura ne conferisce un indiscutibile valore aggiunto. Salva però la capacità di permettere alle donne di poter gestire serenamente la propria vita familiare: “L’aspettativa di maternità per rischio biologico – dice Amato – porta molte a restare fuori da alcune aree come quella della Chirurgia, storicamente appannaggio degli uomini, dove valgono l’esperienza e il numero degli interventi fatti o dei pazienti seguiti. Il clima di solidarietà in reparto e la sensibilità di chi dirige sono in questo senso determinanti”.
L’ospedale più rosa d’Abruzzo è, dunque, il San Pio di Vasto, ma a dipingere uno stesso scenario sono i dati delle Asl di tutte le province: all’Aquila ci sono 3.496 donne e 1.439uomini, a Chieti 3.661 donne e 1.766 uomini, a Pescara 2.749 donne e 1.329 uomini, a Teramo 2.597 donne e 1.320 uomini. Il quadro totale vede operare 12.503 donne e 5.854 uomini.
A restituire i dati di una sanità pubblica in Italia che sembra quindi di fatto reggersi su una colonna tutta al femminile è il ministero della Salute, con il suo Annuario statistico del Sistema sanitario nazionale (Ssn): le donne che operano stabilmente nelle strutture, al 31 dicembre 2022, rappresentano il 70 per cento degli oltre 625.000 professionisti che operano nel settore. Come medico, invece, si contano 58 mila dottoresse contro i 54 mila uomini. A questo scenario i dati abruzzesi si allineano perfettamente: nella Asl dell’Aquila ci sono 3.496 donne e uomini 1.439, a Chieti 3.661 donne e 1.766 uomini, a Pescara 2.749 donne e 1.329 uomini, a Teramo 2.597 donne e 1.320 uomini. Il quadro totale vede operare in sanità 12.503 donne e 5.854 uomini.
Lea Di Scipio