ABRUZZO. Negli ultimi giorni, Roccaraso, rinomata località sciistica abruzzese, è balzata agli onori della cronaca a causa di un’improvvisa e massiccia affluenza di visitatori. Secondo quanto riportato da diverse testate giornalistiche, oltre 10.000 persone sarebbero arrivate in un solo giorno, molte delle quali attirate dai video virali di alcuni tiktoker napoletani. Questa situazione ha portato a traffico congestionato, sovraffollamento delle piste da sci e accumulo di rifiuti, suscitando preoccupazioni tra i residenti e le autorità locali.
Tuttavia, è importante analizzare come questo evento sia stato trattato dai media. Molti articoli hanno enfatizzato il ruolo dei social media e degli influencer nel promuovere destinazioni turistiche, sottolineando l’impatto che una singola persona può avere su una località. Sebbene sia innegabile che i social media possano influenzare le scelte turistiche, la copertura mediatica di questo episodio sembra aver amplificato eccessivamente la portata dell’accaduto, trasformando una semplice gita fuori porta in una notizia sensazionalistica.
Il fenomeno dell’overturism è una questione reale che molte destinazioni affrontano, ma in questo caso specifico, la narrazione mediatica ha creato un caso che è rimbalzato anche sulle testate nazionali.
Quello che imbarazza è come si sia dato spazio e visibilità non solo all’episodio in sé, ma soprattuto al contorno folkloristico.
Il vero nodo della questione non è stato per tanto l’eccezionale afflusso turistico o i disagi che ha creato, ma il modo in cui i media hanno trattato l’argomento, privilegiando il sensazionalismo a scapito dell’analisi.
Interviste, titoli a effetto e articoli interamente incentrati sulla figura dei tiktoker hanno distorto la narrazione, spostando l’attenzione dal fenomeno turistico alle dinamiche dei social media.
Questo modus operandi solleva una questione più ampia: il giornalismo sta rinunciando alla propria funzione primaria di informare per abbracciare la logica del clickbait? Il principio deontologico della professione impone di verificare i fatti, contestualizzare le notizie e offrire ai lettori una chiave di lettura critica. Tuttavia, nel caso di Roccaraso, si è preferito puntare sulla spettacolarizzazione dando spazio a fenomeni del web, trascurando il ruolo di riflessione e analisi che la stampa dovrebbe avere.
E’ sicuramente fondamentale discutere e affrontare le sfide legate all’overturism, ma è altrettanto importante che i media mantengano un approccio equilibrato e basato su dati concreti, evitando di cadere nel sensazionalismo fine a se stesso.
Una copertura mediatica responsabile dovrebbe mirare a informare il pubblico in modo accurato e oggettivo, senza amplificare inutilmente situazioni che, se contestualizzate correttamente, potrebbero rivelarsi meno “straordinarie” di quanto riportato.
La vera emergenza, forse, non è l’overtourism, ma la deriva del giornalismo verso il puro intrattenimento a scapito dell’informazione.