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martedì 20 Maggio 2025
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Persone con disabilità: “Grandi risultati se si interviene precocemente”

VASTO.Non appena i genitori hanno il sospetto che il loro bambino non funzioni bene devono rivolgersi ai servizi perché il massimo dei risultati si ha lavorando fin dal primo anno di vita quando il cervello fa il massimo del lavoro, il massimo dell’organizzazione per cui rimandare nel tempo diventa tempo perso che non si guadagna più”.

A dirlo è Marilena Pedrinazzi, Terapista della riabilitazione, intervenuta con una illuminante relazione dal titolo “Il progetto di vita della persona con disabilità: l’importanza dell’intervento precoce” alconvegno conclusivo del progetto Inlab (Leggi), percorso finalizzato a favorire l’indipendenza delle persone con disabilità.

Sabato, nella Pinacoteca di Palazzo d’Avalos, alle ore 16, l’associazione promotrice Anffas Vasto ha condividere con le famiglie e la cittadinanza i risultati e gli impatti dei laboratori strutturati per la vita indipendente. Il progetto, finanziato dal fondo 2023 per il Terzo settore della Regione Abruzzo, ha visto la collaborazione di Comune di Vasto e Monteodorisio, degli istituti superiori Palizzi, Pantini-Pudente e Mattei, del Rotary club di Vasto, della Cooperativa Progetto Persona, ell’Eco-Schools e del Consorzio Vivere Vasto Marina.

L’evento è stato impreziosito dall’esposizione di alcuni lavori realizzati durante i percorsi laboratoriali. “

“Per capire i risultati a lungo termine – ha specificato la dottoressa Pedrinazzi – abbiamo fatto una statistica su bambini presi in riabilitazione nel primo anno di vita e abbiamo visto che i ragazzi con disabilità, per esempio con la sindrome di down, si sono laureati mentre quelli che hanno iniziato molto più tardi hanno fatto molta più fatica. Quelli che hanno cominciato nei primi 3 o 4 anni di vita sono riusciti a diplomarsi. Chi invece ha iniziato dai 14 anni in avanti non ha avuto risultati, se non eventualmente nello sport. Tutte le capacità di lettura, scrittura e calcolo sono andate man mano scemando. Per cui il primo anno di vita è fondamentale. Lo sono almeno i primi tre anni perché dopo le difficoltà aumentano”.

Lea Di Scipio – Foto di Costanzo D’Angelo