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martedì 22 Aprile 2025
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Ernesto Sciascia: “A Monteodorisio asfalti e propaganda”

MONTEODORISIO. “Negli ultimi tre mesi abbiamo letto vari comunicati del Comune di Monteodorisio, ripetitivi e sempre relativi allo stesso intervento di adeguamento di un breve tratto di strada in Contrada San Bernardino (iniziata ad allargare dagli operai del settore manutenzioni nei mesi di aprile/maggio 2024, in piena campagna elettorale, con la soppressione della vecchia cunetta all’italiana) (Leggi), che l’amministrazione comunale, con la solita enfasi, continua a presentare come una superstrada di accesso al nostro paese.

Non ci meravigliamo più di tanto, né ci sorprende l’ennesimo annuncio delle ultime ore sulla pezza di asfalto, d’altronde i nostri bravi amministratori sono riusciti anche a far passare una strada tagliafuoco ed in terra battuta a Parco Castello, come “la Nuova Circonvallazione”, a quanto pare non utilizzata dai nostri concittadini nemmeno per lo sgambamento dei loro amati cani.

In passato, gli amministratori che oggi, per la Sindaca Di Fabio, non possono e non devono parlare perché, a suo dire, appartenenti e collegati al vecchio sistema politico (personalmente rivendico, con orgoglio, la non appartenenza al suo, quello del non solo Bau..Bau..Bau..), nemmeno si sognavano di fare comunicati per interventi di ordinaria e semplice manutenzione, che trovavano e trovano copertura, come per l’ultimo in Contrada San Bernardino, con entrate derivanti dagli oneri di urbanizzazione, contributi versati dagli stessi cittadini. La propaganda ben fatta può consentire di vincere le elezioni (a tutti i livelli), ma non risolve i problemi presenti e non dà risposte alle istanze che provengono quotidianamente dai cittadini.

Monteodorisio, a dispetto dei comunicati sparati giornalmente dal palazzo di Città, a differenza di ciò che la “umile e tanto democratica” Sindaca Di Fabio, cerca di far passare nella comunità e sul territorio, è oggi, un paese dormiente, in coma profondo, dal punto di vista economico, commerciale e culturale.”

Così, in una nota, Ernesto Sciascia.