VASTO. “Abbiamo da poco letto sul sito istituzionale del Consorzio di bonifica Sud, la deliberazione del comitato amministrativo n. 57 del 21-11-2024.
Dando seguito all’iniziativa “ Adotta una infrastruttura”, promossa nel 2019 dall’allora Commissario Straordinario Franco Amicone, (delibera commissariale n.536 del 23-12-2019), il Consorzio di Bonifica Sud dà in “adozione” la sua stazione di pompaggio “Cerratina” ad un privato che, in cambio di una manutenzione ordinaria e straordinaria ed investimenti in automazione, avrà la possibilità di installare, all’interno della stessa centrale, un micro impianto idroelettrico sperimentale.
I ricavi della produzione di energia idroelettrica dovrebbero aggirarsi attorno alle 50.000 euro annui, come scrive la ditta aggiudicatrice della concessione nella nota protocollo n. 3217 del 14-10-2024. Inoltre aggiunge la ditta nella nota: “tale valore rappresenta soltanto una stima poiché, allo stato attuale, non sono a nostra conoscenza i valori delle portate irrigue per le superfici di riferimento”. Quindi i ricavi annunciati potrebbero essere inferiori a quella stima, ma potrebbero essere anche superiori.
Prendendo però per buoni i ricavi dichiarati, e sommando il ricavo annuo per i dieci anni della concessione, non possiamo non porre alcune domande al nuovo consiglio di amministrazione:
Essendo il nostro Consorzio di Bonifica Sud un consumatore seriale di energia elettrica, con spese a bilancio superiore al milione di euro, come mai non prende iniziative del genere in prima persona? Avendo a disposizione le strutture con le quali la produzione di energia idroelettrica è possibile: ovvero le stazioni di pompaggio e le condutture con l’acqua a pressione nelle quali è possibile installare microturbine? Come mai non è mai stato ideato un piano di investimento pluriennale con il quale ci si fissava l’obiettivo di autoprodursi parte della tantissima energia elettrica che si consuma? E’ vero o non è vero che il nostro Consorzio di Bonifica Sud è forse uno dei pochi in tutta Italia ad avere come un’unica entrata il canone degli agricoltori? (mediamente si paga intorno a 270 euro ettaro, indipendentemente dalla coltura, contro una media nazionale di 60,00 euro). Negli ultimi anni gli agricoltori hanno subito aumenti dei canoni, di oltre il 30%, giustificati proprio dagli aumenti legati al costo dell’energia. E allora rivolgiamo un appello al neoeletto presidente del Consorzio di Bonfica Sud e alle associazioni di categoria che siedono nel nuovo Consiglio di Amministrazione: basta centrali in adozioni; basta aumenti dei canoni ai consorziati; gli agricoltori pretendono un piano di investimenti pluriennale che permetta all’ente di autoprodursi gran parte dell’energia e gli consenta di avere ricavi da reinvestire sulle infrastrutture obsolete”.
Così, in una nota, l’Ass. Acqua Nostra- SàFà.