VASTO. “A Vasto viene negato un diritto e rispetto a questo grave atto la ASL si giustifica affermando che tutto il personale è obiettore. Ricordiamo che la legge 194 afferma che l’aborto è un diritto e non una concessione che viene elargita a seconda del personale che si ha a disposizione. La legge 194 ha salvato le donne dalle morti per aborto clandestino e le ha salvate dalle condanne per il reato “contro l’integrità e la sanità della stirpe” del codice Rocco che nel rispetto coerente della concezione patriarcale dei ruoli tra uomini e donne all’interno della famiglia diminuiva le stesse condanne dalla metà ai due terzi se l’aborto, su donna consenziente o no, veniva procurato per “causa d’onore”. Ma tutto questo evidentemente non parla alle coscienze di quelli che obiettano.
Oggi l’obiezione di coscienza è il vero grimaldello per sabotare la legge. La realtà è pesante: solo 390 su 654 strutture dotate di reparti di ostetricia e ginecologia effettuano interruzioni di gravidanza: tra questi solo una minima parte garantiscono entrambi i tipi di aborto, quello prima del novantesimo giorno (volontario) e quello dopo il novantesimo giorno (terapeutico) non solo aumentano gli obiettori ma diminuiscono i non obiettori per cui i tempi di attesa si allungano, i giorni dedicati all’aborto diminuiscono costringendo le donne a cercare sempre altrove rispetto alla propria residenza.
Contro questo sabotaggio della 194 serve imporre controlli veri e sanzioni efficaci affinché gli ospedali garantiscano obbligatoriamente il servizio prevedendo che le strutture che non lo fanno siano considerate responsabili civilmente e penalmente. Serve che i Direttori Generali delle ASL siano valutati rispetto alla reale applicazione della legge per consentire di fare bandi dedicati per assumere nei servizi personale non obiettore, perché i contraccettivi siano gratuiti, per l’aborto farmacologico senza ospedalizzazione anche in regime ambulatoriale e i consultori adeguatamente attrezzati. In Abruzzo la giunta regionale non fa nulla per garantire che la legge 194 sia effettivamente applicata”.
Così, in una nota, Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Viola Arcuri, cosegretaria regionale Abruzzo del Partito della Rifondazione Comunista.