FOSSACESIA. Un traffico di droga imponente, con rifornimenti settimanali per un valore stimato in oltre 60.000 euro, è stato smantellato grazie a un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, che ha portato alla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini per 57 persone.
L’organizzazione criminale operava tra la Lombardia e l’Abruzzo, con un sistema rodato e meticoloso che vedeva come crocevia il comune di Fossacesia, sulla Costa dei Trabocchi. Qui un operaio 31enne di Guardiagrele gestiva una piazza di spaccio fiorente, rifornita regolarmente da carichi provenienti dal nord Italia.
Tra gli indagati figura anche un 33enne di Lanciano, residente in Lombardia, impiegato come chef de rang. Entrambi sono accusati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, reato per cui il codice penale prevede pene severe, fino a 10 anni di reclusione, senza contare le singole cessioni.
Secondo gli inquirenti, l’organizzazione acquistava enormi quantitativi di marijuana, hashish e cocaina, anche dall’estero, per poi distribuirli tra Rozzano, Locate di Triulzi e l’area teatina. Le modalità operative erano sofisticate: veicoli noleggiati e intestati a prestanome, abitazioni trasformate in depositi, box usati come laboratori, telefoni intestati a terzi per sfuggire alle intercettazioni.
Uno degli elementi chiave dell’inchiesta è rappresentato dai movimenti bancari: nel febbraio 2020, il 31enne abruzzese ha versato 25.000 euro per un carico di droga, seguito pochi giorni dopo da un altro pagamento di 20.000 euro. Le intercettazioni telefoniche hanno confermato i contatti tra i fornitori e i gestori delle piazze locali.
Durante una delle perquisizioni è stata anche trovata un’arma, a dimostrazione della pericolosità del sodalizio criminale. A Fossacesia, un luogotenente della banda si recava regolarmente per ritirare i proventi delle vendite, mantenendo attiva la filiera dello spaccio.
Gli avvocati difensori dei due abruzzesi avranno ora tempo per presentare memorie difensive, mentre la DDA deciderà se procedere con il rinvio a giudizio o optare per l’archiviazione.
“Si sono trovati coinvolti in questo giro, ma gli indizi di colpevolezza sono assai fragili” ha dichiarato l’avvocato Alessandro Cerella, legale difensore di due degli indagati.
“A breve avanzeremo richiesta di interrogatorio al pubblico ministero della Procura Distrettuale Antimafia di Milano e chiariremo tutti i punti della vicenda” ha proseguito. “Sono certo che non arriveremo nemmeno all’udienza preliminare e le posizioni verranno archiviate subito“.