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giovedì 29 Maggio 2025
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“Io e l’Amerigo Vespucci, un’esperienza straordinaria”: la traversata del sansalvese Bruno Tacconelli

SAN SALVO. La passione per il mare ha accompagnato Bruno Tacconelli fin da giovanissimo, quando tra le acque di Vasto e Ortona muoveva i primi passi nel mondo della vela.

Studente del liceo scientifico scienze applicate Mattioli di San Salvo, Bruno è stato selezionato per un’esperienza straordinaria: far parte dell’equipaggio della storica nave scuola Amerigo Vespucci per la traversata Cagliari-Gaeta, svoltasi dal 22 al 25 maggio.

L’opportunità è stata offerta dalla Federazione Italiana Vela (FIV), in collaborazione con Difesa Servizi Spa e la Marina Militare Italiana, nell’ambito del progetto “Generazione Vespucci”. Il programma consente a giovani tesserati, dai 14 ai 17 anni, di vivere la vita a bordo della nave, partecipando attivamente alle attività e apprendendo tradizione, tecnica e disciplina della navigazione a vela.

Bruno racconta con entusiasmo il suo percorso:La mia carriera velica è iniziata con Mike Ruzzi, tra Vasto e Ortona, dove ho mosso i primi passi. Ho cominciato con l’Optimist, una barca piccola ma fondamentale, per poi passare a vele più impegnative come il Laser.”

Il giovane velista ha trovato in Ortona un ambiente protetto dove crescere, circondato da istruttori esperti come Mike. Oggi, fa parte dell’associazione “Invelaconoi”, con sede e base nautica presso il porto “Marina sveva” di Montenero. Grazie al suo istruttore Rocco De Vitofrancesco è entrato a far parte dell’equipaggio Marswin, un’importante imbarcazione da 40 piedi, partecipando a regate e uscite di altura. “Con Rocco, il nostro skipper, sperimentiamo diversi tipi di vela, è un supporto costante”.

L’esperienza a bordo della Vespucci si è rivelata “molto formativa” – spiega Bruno. “Ho potuto apprendere aspetti tecnici che non avrei mai potuto esplorare su altre barche. Il rigore e la precisione sono fondamentali, e questa esperienza ha contribuito molto alla mia crescita personale”.

Tra le tante mansioni svolte, tra cui la pulizia dei ponti e la lucidatura degli ottoni, Bruno ricorda con un sorriso un episodio curioso raccontatogli da un Guardiamarina: “Abbiamo dovuto coprire alcuni pezzi di ottone particolarmente lucidi perché, con il sole che rifletteva su di essi, alcune cime stavano iniziando a scaldarsi troppo”. Un momento divertente ma che ha sottolineato l’importanza di attenzione e prontezza a bordo.

Non sono mancati momenti di grande emozione: “Ho avuto l’onore di timonare la Vespucci, una sensazione incredibile,” racconta Bruno.Durante il turno di notte ho anche potuto sperimentare l’uso degli strumenti di navigazione notturna, un’esperienza davvero bellissima”.

La vita a bordo è scandita da orari precisi e da una routine rigorosa. “Gli ordini venivano comunicati tramite un sistema di annunci, con il cambio di guardia ogni quattro ore. Di notte dormivamo in amache che noi stessi legavamo, con cime, a barre sospese sopra i tavoli del locale che usavamo anche per mangiare. Un modo molto particolare di vivere la nave.”

Bruno sottolinea infine il ruolo fondamentale del supporto familiare. “I miei genitori mi hanno aiutato moltissimo, sia nella preparazione che nello studio. Sono stati mesi intensi di preparazione”.

Per Bruno, questa esperienza rappresenta “un’occasione unica e fondamentale, non solo per la vela agonistica ma anche per la crescita personale e umana.”