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giovedì 29 Maggio 2025
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Mons. Mauro Lalli al IX Congresso Nazionale Slp Cisl: “La persona non è mai un mezzo ma un fine”

VASTO. L’insegnamento di Papa Francesco e di Papa Leone XIV risuonano nelle parole che l’Arcivescovo Mauro Lalli, Nunzio Apostolico, ha pronunciato durante il suo intervento al IX Congresso Nazionale della SLP CISL, il sindacato dei lavoratori di Poste Italiane. L’intervento si è svolto a Paestum lo scorso 22 maggio presso l’Hotel Ariston.

L’assemblea ha raccolto circa mille tra i delegati provenienti da tutta Italia, sviluppando il tema della identità e della partecipazione, per una storia che continua.

Dopo gli interventi del Segretario Generale Raffaele Roscigno, del Vice-Presidente di Uni-Europa Mario Petitto, dell’Amministratore Delegato di Poste Italiane Matteo Del Fante, della Segretaria Generale della CISL Daniela Fumarola, del Presidente della Commissione Finanze alla Camera, Marco Osnato e del Presidente Commissione Trasporti alla Camera Salvatore Deidda, l’attenzione si è spostata sul corposo intervento del vastese Arcivescovo Mauro Lalli.

Una presenza inusuale ma significativa quella dell’Ecclesiastico subito compresa da tutta l’Assemblea come un segno forte di vicinanza per tutti coloro che nel mondo delle telecomunicazioni si impegnano per la dignità della persona e in favore del bene comune. 

Un intervento molto profondo quello di Mons. Lalli – particolare importante vista la vocazione sociale del nuovo Pontefice Leone XIV- tutto concentrato sui grandi temi proposti della dottrina sociale della Chiesa. Bussola sociale, la dottrina sociale della Chiesa, sin dalla Rerum Novarum di Leone XIII, si schiera a difesa del primato della persona umana come centro di ogni processo economico e produttivo.

La persona non è mai un mezzo ma un fine: l’antropologia cristiana, soprattutto cattolica, pone questo principio come base di ogni agire umano, anche sociale, politico, economico.

Nell’epoca della digitalizzazione e dell’automazione, ha ricordato Mons. Lalli, questo principio non può essere alterato perché “l’uomo viene prima della macchina, il lavoratore prima del profitto, la giustizia prima dell’efficienza”. Pertanto – ha quindi continuato – è errato sostenere che identità e partecipazione siano concetti in tensione conflittuale. Al contrario, essi sono due “polmoni” necessari per permettere al corpo sociale di respirare, camminare, generare futuro, costruire la pace, difendere il vero progresso umano.

Tutto questo, – conclude Mons. Lalli richiamandosi a quanto il Magistero ecclesiastico recente, da Papa Francesco a Papa Leone, ormai sostiene con forza – “obbliga il sindacato ad essere fedele alla propria identità per trarre da essa il coraggio di aprirsi e di confrontarsi, senza paura, in piena libertà”.