ABRUZZO. “Un’altra bocciatura, l’ennesima, dal Tavolo di monitoraggio ministeriale sulla sanità al piano di rientro della sanità abruzzese, che i tecnici hanno definito con parole durissime che non lasciano spazio a interpretazioni: siamo di fronte al fallimento completo del centrodestra e del presidente Marsilio, che ha portato l’Abruzzo verso il baratro, mentre finge di non vedere il cratere che si è aperto sotto i piedi dei cittadini”, così il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, commenta le anticipazioni sulla riunione del Tavolo ministeriale di monitoraggio su debito e sanità.
“Non lo diciamo più solo noi, che denunciamo da tempo inerzia, rischio e conseguenze per la comunità, ora lo dice chiaramente anche il Ministero della Salute, oggi in mano a Fratelli d’Italia, partito del presidente Marsilio: il futuro sarà davvero di lacrime e sangue per gli abruzzesi. Per il 2025 si annuncia un baratro ben più grande di quello dichiarato dall’esecutivo, siamo già a oltre 100 milioni di euro e non ci sono coperture nella capienza attuale di bilancio: di qui la diffida del Ministero a prevedere ulteriori coperture per almeno 113milioni di euro equivalenti al deficit del 2024. È un giudizio tecnico ma anche politico pesantissimo, una bocciatura che smaschera una volta per tutte l’incapacità e la superficialità con cui è stata gestita la sanità negli anni della destra. Brutto anche l’ultimatum dei tecnici: il Tavolo chiede un piano vero, strutturale, entro luglio. Da anni attendiamo il Piano Operativo. Quello che la Regione non ha. Perché la verità è che Marsilio e i suoi non hanno mai avuto una visione, se non quella di tagliare e aumentare le tasse, pur di restare a galla. Il risultato? Zero riforme, zero programmazione, un disastro completo. Non basteranno gli aumenti delle tasse per coprire Il buco per il 2025, né i tagli ai servizi, il blocco le assunzioni, l’assistenza ridotta al lumicino, questo arriva da Roma. Con uno scenario simile, si va dritti verso il commissariamento, proprio come avevamo temuto e come stiamo denunciando da mesi. Un’ipotesi che Marsilio liquidava come propaganda e che oggi torna drammaticamente concreta. L’Abruzzo rischia di perdere il governo della sua sanità perché la destra l’ha trasformata in un colabrodo. Ci sono decine di migliaia di cittadini senza cure, liste d’attesa infinite, territori abbandonati e servizi cancellati. Questo è il bilancio di un governo regionale che ha fallito su tutta la linea, prendendo in giro la comunità che pagherà tanti e tali sbagli. Per questo è tempo che se ne assumano ogni responsabilità, davanti ai cittadini prima ancora che al Governo nazionale. Tutto questo mentre continuano a difendere i manager delle ASL, che invece il Tavolo considera tra i principali responsabili dello sfascio. Manager a cui hanno scelto di aumentare I compensi una volta insediatisi nel lontano 2019, strapagati e mai valutati correttamente, che il presidente difende a spada tratta, negando anche quest’altra evidenza”
«L’ennesima bocciatura da parte del Tavolo interministeriale di monitoraggio sulla sanità segna un punto di non ritorno per l’Abruzzo. Questa volta i tecnici non solo hanno respinto il piano di rientro della Regione, ma hanno lanciato un ultimatum che pesa come un macigno: o si copre il disavanzo 2025, stimato oltre i 100 milioni di euro, con nuove misure concrete e strutturali entro luglio, oppure scatteranno il commissariamento e la super aliquota IRPEF imposta dallo Stato. Non è più un’ipotesi. È il destino che ci aspetta se la Giunta Marsilio continua a non vedere il disastro che ha provocato». A dirlo è Francesco Taglieri, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale.
«Il centrodestra ha trascinato la sanità pubblica abruzzese al collasso», aggiunge Taglieri. «Un fallimento certificato da numeri, relazioni ufficiali e oggi anche da un giudizio tecnico durissimo da parte dei ministeri della Salute e dell’Economia. Il debito continua a crescere e i provvedimenti messi in campo finora – aumenti dell’IRPEF, blocco del turnover, tagli lineari ai servizi – non hanno portato alcun risultato strutturale. Hanno solo peggiorato la situazione dei cittadini, che pagano di più e ricevono di meno.»
Taglieri sottolinea come il giudizio del Tavolo non sia solo tecnico, ma politico: «Non lo dice l’opposizione. Lo dice il Ministero della Salute guidato dallo stesso partito del presidente Marsilio, Fratelli d’Italia. La Regione è priva di un vero piano operativo sanitario, promesso da anni e mai presentato. Manca una visione, manca una riforma. E nel frattempo decine di migliaia di abruzzesi rinunciano a curarsi, emigrano verso altre regioni, affrontano liste d’attesa infinite o si rivolgono al privato. Tutto questo ha un solo responsabile: il centrodestra che ha governato con superficialità e arroganza.»
Il Movimento 5 Stelle da tempo denuncia anche le responsabilità gestionali delle aziende sanitarie. «Nonostante i richiami e le inadempienze evidenziate dallo stesso Tavolo interministeriale, Marsilio ha scelto di difendere a spada tratta i direttori generali delle ASL, premiandoli con compensi più alti e nessuna reale valutazione. Mentre Roma li indica tra i principali responsabili dello sfacelo, qui si fa finta di nulla. È un atteggiamento inaccettabile, che dimostra ancora una volta la totale disconnessione di questa Giunta dalla realtà.»
Infine, Taglieri lancia un appello: «Il rischio è concreto: se non si interviene subito con misure vere e strutturali, l’Abruzzo perderà il governo della propria sanità. Il commissariamento comporterebbe un’ulteriore penalizzazione dei cittadini e l’applicazione automatica della super aliquota IRPEF, che significherebbe altre tasse per tutti, senza miglioramenti nei servizi. Non lo permetteremo. È tempo che Marsilio e la sua maggioranza si assumano la piena responsabilità politica di questo disastro e lascino spazio a chi ha a cuore davvero il futuro della sanità pubblica abruzzese”.
“Ancora una volta, il Tavolo di monitoraggio ministeriale certifica un fallimento totale nella gestione della sanità abruzzese. Non è solo un giudizio tecnico durissimo, ma una vera e propria bocciatura politica che pesa come un macigno sul governo regionale di centrodestra guidato da Marco Marsilio”. È quanto dichiarano i consiglieri regionali Vincenzo Menna e Giovanni Cavallari del gruppo Abruzzo Insieme, a commento delle risultanze emerse nell’ultima verifica ministeriale sul Piano di rientro sanitario.
“Il quadro che emerge – proseguono – è quello di una regione trascinata sull’orlo del commissariamento, con un deficit sanitario fuori controllo e una mancanza di soluzioni concrete. Il Ministero ha già diffidato la Regione a coprire almeno 113 milioni di euro di disavanzo per il 2024: si tratta di cifre enormi, che dimostrano l’insostenibilità dell’attuale gestione”.
Per Menna e Cavallari il problema non è solo contabile: “Non c’è alcun vero piano operativo, nessuna strategia strutturale. I tecnici chiedono un piano entro luglio, ma la Regione sembra navigare a vista, senza visione né prospettiva. La responsabilità politica è evidente, ed è giunto il momento che i cittadini sappiano la verità: il sistema sanitario abruzzese è stato smantellato pezzo dopo pezzo, tra tagli, blocchi alle assunzioni, carenze nei servizi essenziali e fughe verso altre regioni”.
“Pagano le conseguenze i cittadini – aggiungono – con liste d’attesa interminabili, pronto soccorso in affanno, servizi territoriali in crisi e un personale sanitario lasciato solo ad affrontare l’emergenza quotidiana. A questo si aggiunge l’aumento delle tasse per tentare di colmare i buchi lasciati da anni di scelte sbagliate”.
Menna e Cavallari concludono con un appello: “Serve un’inversione di marcia immediata. La sanità pubblica non può più essere gestita con superficialità e propaganda. Noi continueremo a batterci affinché l’Abruzzo torni ad avere una sanità efficiente, accessibile e sostenibile, vicina ai bisogni delle persone e non ostaggio delle logiche di partito”.
“Non c’è stata nessuna minaccia di commissariamento da parte del Tavolo di Monitoraggio: ieri, ai tecnici del Mef e del Ministero della Sanità, è stato semplicemente consegnato il testo della legge di copertura del disavanzo 2024 e illustrate le misure introdotte nella norma”.
Lo precisa l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì.
“Del resto – spiega la Verì – appare quantomeno inverosimile la ricostruzione dell’accaduto, in quanto solo nel tavolo di luglio si procederà alla chiusura del rendiconto 2024 del sistema sanitario regionale e all’effettiva quantificazione del disavanzo. Non si comprende, dunque, come sarebbe stato possibile parlare di commissariamento per i conti del 2025, che saranno chiusi solo a luglio 2026. Dai ministeri è arrivata invece la raccomandazione a tenere sotto controllo l’andamento dei conti delle Asl per l’anno in corso e di prevedere un monitoraggio costante delle spese, alla luce della proiezione a chiudere intorno a 100 milioni (basata però sui conti al 31 marzo, che rappresentano dunque solo una stima) che potrebbe imporre nuovamente nel 2026 una manovra di accantonamento a copertura del disavanzo”.