VASTO. Mentre a Napoli si inauguravano ieri con grande solennità gli Stati Generali della Prevenzione, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e delle più alte cariche dello Stato, a Vasto si consumava un episodio che racconta, in modo drammatico, quanto la distanza tra i proclami istituzionali e la realtà quotidiana possa essere profonda.
Durante un rito funebre presso la chiesa di San Giovanni Bosco, uno dei presenti è stato colto da un grave malore. I familiari e i presenti hanno immediatamente allertato i soccorsi, ma l’attesa è diventata presto angoscia: l’unica ambulanza disponibile in quel momento era a Gissi, e ha impiegato circa 50 minuti per arrivare sul posto.
“Incredibile ma vero – commenta Giuseppe Tagliente – ci viene detto che la prevenzione è una priorità nazionale, ma poi, nel concreto, ci troviamo in territori dove un cittadino in pericolo di vita deve aspettare quasi un’ora prima di ricevere assistenza”.
A Napoli, intanto, il Ministro della Salute Orazio Schillaci affermava che lo scopo della prevenzione è “garantire ai cittadini una vita non solo lunga, ma in buona salute”. Parole che risuonano come un’amara beffa se confrontate con quanto accaduto poche ore dopo e a pochi chilometri di distanza.
“È tempo che le istituzioni guardino in faccia la realtà – prosegue Tagliente – perché la situazione nella ASL Lanciano-Vasto-Chieti, e in particolare nel nostro ospedale, è al limite del collasso. Quella che chiamano ‘rete dell’emergenza’ è in realtà un sistema fragile, che lascia intere comunità esposte a rischi inaccettabili”.
Una denuncia forte, destinata a sollevare interrogativi su quanto davvero il tema della prevenzione e del pronto intervento sia preso sul serio nei territori meno centrali del Paese. E mentre a Napoli si parlava di sostenibilità e futuro del Servizio Sanitario Nazionale, a Vasto si faceva i conti con una dura, amara verità. “Questa non è prevenzione – conclude Tagliente – è abbandono.”