VASTO. Una vicenda dai contorni inquietanti quella che si è consumata, per anni, in silenzio all’interno di un piccolo comune del territorio vastese. Protagonista una donna di 67 anni, tutrice legale di un’anziana di 80 anni, e un dipendente postale di 65 anni: entrambi sono finiti a giudizio per l’accusa di aver sottratto in sette anni 83.000 euro dal conto dell’ignara ottantenne.
I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra il 2012 e il 2019, durante il quale sarebbero stati effettuati ripetuti prelievi di somme importanti, in alcuni casi fino a 12.000 euro alla volta, senza alcuna giustificazione plausibile. Le operazioni si sarebbero svolte sistematicamente, fino a svuotare quasi del tutto il conto della donna affidata alla presunta cura e tutela della 67enne.
Secondo l’accusa, la tutrice avrebbe approfittato della propria posizione fiduciaria per accedere in modo illecito ai risparmi dell’assistita, con la complicità – o almeno l’omissione – dell’impiegato postale, che avrebbe agevolato o comunque non ostacolato i prelievi sospetti presso l’ufficio in cui prestava servizio.
La vicenda approderà in tribunale il prossimo novembre, quando i due imputati dovranno rispondere delle accuse che pendono su di loro. Il reato ipotizzato è quello di peculato. La badante è difesa dall’avvocato Vittorio Desiati, il dipendente delle Poste dal legale Ugo D’Ippolito. La vittima e il suo nuovo tutore Alessio Caserio sono difesi dall’avvocato Fiorenzo Cieri.
Un caso che riaccende l’attenzione sull’estrema vulnerabilità delle persone anziane, specialmente quelle affidate a terzi per motivi di salute o fragilità. La figura del tutore dovrebbe rappresentare un presidio di protezione e assistenza. In questo caso, secondo gli inquirenti, si sarebbe trasformata in un canale di abuso e deprivazione.
Le indagini sono partite dopo la mancata presentazione del rendiconto annuale che il tutore avrebbe dovuto presentare e così il tribunale ha nominato un nuovo amministratore di sostegno che ha ricostruito l’intero flusso di denaro scomparso e l’arco temporale in cui le sottrazioni sarebbero avvenute.
Ora sarà la magistratura a stabilire le responsabilità e, soprattutto, a cercare di restituire giustizia a chi ha visto dissolversi i risparmi di una vita nel silenzio e nell’indifferenza.