VASTO. Antonio Caiazza, 57 anni, assistente capo e coordinatore del carcere di Torre Sinello, è stato assolto dall’accusa di omicidio colposo in relazione alla morte dello psichiatra Sabatino Trotta (Leggi). A Caiazza era stata anche contestata la violazione dell’articolo 40 del codice penale, per non aver impedito l’evento luttuoso.
Dopo quattro anni di processo, il giudice monocratico del Tribunale di Vasto, Stefania Izzi, ha pronunciato ieri la sentenza di assoluzione con la formula: «il fatto non sussiste». L’uomo è stato difeso dagli avvocati Marisa Berarducci e Arnaldo Tascione.
In merito alla sentenza, è intervenuto Mauro Nardella, componente della segreteria nazionale del CNPP-SPP, che ha dichiarato:
«Che si sappia bene, il suicidio di un detenuto viene vissuto con grande dolore da tutti gli attori carcerari, compresi quei poliziotti penitenziari che spesso e volentieri, seppur quasi sempre ingiustamente, sono costretti a passare tempi infernali per rispondere di un reato (culpa in vigilando del custode) che sarebbe quasi ora, quanto meno per i casi di suicidio, di abrogare.
L’assoluzione con formula piena perché il fatto non sussiste, operata in questa direzione dal Tribunale di Vasto nei confronti del nostro collega, ci rende molto soddisfatti, anche se veder restituire anni di stress da disperazione non sarà affatto facile, per non dire impossibile.
Sommare dolore al dolore è un qualcosa che difficilmente si riesce a colmare.
Dai poliziotti penitenziari si pretende spesso ciò che la natura quasi sempre non permetterà mai, soprattutto quando si ha a che fare con la mente imperscrutabile di un detenuto.
Al collega assolto va il nostro più totale compiacimento. Così Mauro Nardella, componente della segreteria nazionale CNPP-SPP.
In precedenza era stata assolta anche la direttrice del carcere Giuseppina Ruggero (Leggi).