VASTO MARINA. L’estate a Vasto Marina dovrebbe profumare di salsedine, risate sotto l’ombrellone e spensieratezza. Invece, a giugno inoltrato, il cartellone turistico si apre con due titoli poco invitanti: divieti di balneazione in tratti sensibili della costa e l’ennesimo allarme sull’acqua potabile, poi fortunatamente rientrato. Due problemi distinti, ma con un denominatore comune: il danno d’immagine per una città che vive (e sopravvive) di turismo.
BALNEAZIONE VIETATA ALLA BAGNANTE E A NORD DEL PONTILE, MA CHI LO SA?
A dispetto delle rassicurazioni ufficiali, la questione dei divieti temporanei di balneazione torna puntuale come le zanzare. Zone come Fosso Marino, Bagnante, Pontile, già protagoniste in passato di ordinanze per valori batterici fuori norma, continuano a essere sorvegliati speciali (Leggi).
Quest’anno le analisi sembrano meno allarmanti, ma resta il nodo della comunicazione ai cittadini. Diversi residenti e bagnanti hanno segnalato che, in occasione delle ultime ordinanze di divieto, la segnaletica in spiaggia è risultata assente o poco visibile. Mancano cartelli chiari, leggibili, in più lingue, e ben posizionati. In alcuni casi — secondo testimonianze raccolte — è toccato agli stessi operatori informare i clienti che il bagno era sconsigliato.
Un dettaglio? No, un rischio concreto: sanitario, giuridico e soprattutto reputazionale. Perché un turista che fa il bagno senza sapere di non poterlo fare non torna. E racconta l’esperienza. Resta il fatto che il problema non riguarda solo Vasto ma l’intero litorale abruzzese, tra cui anche San Salvo Marina (Leggi).
L’ACQUA NON POTABILE. Altro fronte caldo: l’acqua del rubinetto. Il 4 giugno, l’ARPA ha rilevato valori di coliformi superiori al limite consentito in una zona centrale di Vasto Marina, tra via Istonia, via Tubello e via Martiri Istriani. Immediata è scattata un’ordinanza che vietava l’uso dell’acqua per fini potabili (Leggi).
Il danno, anche qui, è stato duplice. Sul piano sanitario, per l’incertezza tra ciò che si può o non si può fare. Ma anche sul piano della comunicazione e della fiducia: alcuni cittadini hanno saputo del divieto solo giorni dopo. La revoca dell’ordinanza, arrivata dopo successive analisi che confermavano il rientro nei parametri, non ha cancellato lo smarrimento iniziale (Leggi).
Quello che manca — e fa male — è una visione sistemica. I divieti possono accadere, ma non devono sorprendere. Non devono essere comunicati solo con un’ordinanza pubblicata online. Devono essere visibili, chiari, proattivi. Ogni giorno, in ogni tratto interessato, va garantita informazione reale, non solo burocratica.
Serve una strategia che unisca monitoraggio costante, trasparenza totale e investimenti infrastrutturali. Occorre migliorare il sistema fognario, rafforzare i depuratori, bonificare i fossi e ridurre i rischi alla fonte. Ma, soprattutto, serve un cambio di passo nel coinvolgimento della cittadinanza e degli operatori turistici (Leggi).
Perché il mare e l’acqua sono il primo biglietto da visita. E se li roviniamo con incertezza e silenzi, Vasto rischia di diventare una meta che si sceglie una volta sola.
E quindi tra cartelli mancanti, batteri invisibili e informazioni parziali, Vasto Marina si gioca molto più che la balneazione: si gioca la fiducia di chi sceglie, ogni estate, di tornarci. E la fiducia, si sa, non si riconquista con un’ordinanza revocata, ma con un impegno costante e visibile.