VASTO. Dopo l’ennesima aggressione avvenuta ieri nel carcere di Vasto ai danni di un agente penitenziario, colpito violentemente da un internato psichiatrico, i sindacati di categoria tornano a farsi sentire con forza (Leggi).
Le sigle Sappe (F. Stampone), Sinappe (M.G. Catalano), Osapp (E. Ferrara), UIL (G. Notarangelo), CISL (M. Di Vietri) e Cnpp-Spp (M. Nardella) denunciano un clima sempre più pesante, fatto di violenza continua e impunità, che sta mettendo a dura prova il personale tutto del carcere di Vasto.
“Qui – affermano i rappresentanti sindacali – si stanno verificando con sempre maggior frequenza eventi critici, estremamente dannosi non solo per il fisico ma anche per il morale del personale. Infrazioni gravi, aggressioni, minacce, che non vengono punite come previsto dalla normativa. E questo è inaccettabile”.
Il riferimento è chiaro: un detenuto che circa un mese fa aveva già aggredito un agente non è mai stato trasferito, nonostante una circolare dell’Amministrazione Penitenziaria preveda espressamente questa misura. “A rendere tutto ancora più grave – denunciano i sindacati – è la motivazione che sarebbe stata fornita dal competente ufficio trasferimenti: il detenuto non poteva essere spostato perché arrivato da pochi giorni. Una risposta assurda, fuori da ogni logica”
E ora il timore è che anche per l’internato psichiatrico che ieri ha picchiato brutalmente un agente non venga disposto alcun provvedimento. Così come potrebbero restare impuniti altri due internati che, negli ultimi giorni, hanno minacciato di accoltellare o spaccare la testa a chiunque capitasse loro a tiro. Minacce nate da futili motivi, ma anche – e forse soprattutto – da problematiche psichiatriche gravi e non adeguatamente gestite.
“La violenza nel carcere di Vasto sta diventando un fatto quotidiano – spiegano i sindacati – e sembra quasi che sia accettata come qualcosa di normale. Ma non può esserlo. Non in una struttura dello Stato. Non dove lavorano ogni giorno persone che fanno solo il proprio dovere”.
La situazione, denunciano, è ormai esplosiva: un misto di pericolosità, mancanza di provvedimenti, sovrapposizione di ruoli e assenza di tutela per chi ogni giorno garantisce ordine, disciplina e assistenza sanitaria o educativa. “Non sono solo i poliziotti a essere a rischio, ma anche medici, infermieri, educatori, psicologi”.
“I sindacati non ci stanno più – dichiarano all’unisono – e dicono basta a questo stillicidio di aggressioni e minacce. Basta con un clima diventato troppo incandescente per un luogo che dovrebbe servire al recupero delle persone, non a consumare corpo e mente degli operatori”.
E l’avvertimento è chiaro: “Se il Dipartimento non applicherà da subito la circolare e non trasferirà gli autori delle aggressioni, andremo avanti con lo stato di agitazione, pronti anche a forme di protesta ancora più eclatanti”.
Nel mirino anche la scelta politica di chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Una scelta che, secondo i sindacati, ha generato solo caos e situazioni ingestibili: “La politica ha dimostrato di aver fatto un errore incredibile, forse imperdonabile. E il carcere di Vasto ne è la dimostrazione più evidente”.
La richiesta è netta: “Si abbia il coraggio di correggere quella scelta sbagliata. Si riaprano gli OPG, subito. Altrimenti – concludono i sindacati – saremo costretti a consegnare virtualmente le chiavi dell’istituto ai politici, insieme alle anime di tanti colleghi ormai distrutti da un sistema che non li protegge più”.