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giovedì 10 Luglio 2025
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Detenuto 40enne di origine magrebine trovato morto nel carcere di Vasto

VASTO. Un uomo di 40 anni, magrebino, con problemi di natura psichica e per questo da qualche giorno collocato presso l’articolazione per la Tutela della Salute Mentale, è stato ritrovato morto stamani nella sua cella della casa di lavoro di Vasto. A quanto pare si è trattato di un gesto estremo.

A riguardo queste le parole di Mauro Nardella vicesegratario generale del sindacato di Polizia Penitenziaria: “Ben 21 agenti in meno (rispetto a una pianta organica vista in difetto e assolutamente non riconosciuta dalle organizzazioni sindacali di categoria) e 12 sottufficiali mancanti all’appello sono i numeri che vanno a riguardare un carcere che tra le altre cose conta un direttore a scavalco e, al netto di un dirigente che riveste il ruolo di Comandante di reparto, la mancanza di funzionari che possano rivestire i gradi di vice.
I rappresentanti delle OO.SS. Sappe (Stampone), Osapp(Ferrara), UIL(Notarangelo) e Cnpp-Spp(Varricchio), firmatari del documento di denuncia inviato ai vertici dell’amministrazione nei giorni scorsi, si dicono molto dispiaciuti per l’evento appena accaduto.
Una situazione, quella che va a riguardare ogni suicidio dietro le sbarre che, a detta dei sindacalisti sottoscrittori del comunicato stampa,caratterizza sistematicamente e in negativo il vissuto psicologico dei pochi colleghi in servizio. Molti di meno rispetto al fabbisogno erano, infatti, gli agenti stanotte in servizio presso il carcere vastese ma tanti, troppi i ristretti affetti da problemi Psichiatrici più o meno gravi.
Sembrerebbe che il detenuto suicida stanotte fosse proprio uno di quelli con disturbi psichiatrici e, chissà, probabilmente bisognoso di un intervento in termini trattamentali che un carcere con poco personale anche tra chi è deputato alla gestione rieducativa ( solo 4 Funzionari giuridici pedagogici) e psicologica, non sarà mai, con i numeri a disposizione e con un’organizzazione che non garantirebbe la copertura giornaliera del sostegno che a persone come queste, con notevoli fragilità mentali non dovrebbe mai mancare fosse anche di domenica come nel caso di oggi mancare, capace di assicurare.
Le OO.SS. si ergono a supporto e sostegno dei colleghi in servizio stanotte manifestando tutta la loro solidarietà per lo stress emotivo che stanno sicuramente patendo. Martedì ci sarà l’incontro con il Provveditore mai come in questo caso tanto atteso”.

Sale così a 37 (più uno ammesso al lavoro all’esterno e un altro in una Rems) la conta dei detenuti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno, cui bisogna aggiungere tre operatori.

A renderlo noto è Gennarino De Fazio, segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria. ”E se il penitenziario di Vasto non sembra risentire eccessivamente del sovraffollamento complessivo, a fronte di 16mila reclusi in eccesso nel Paese, alla casa di lavoro abruzzese ne sono associati 103, fra detenuti e internati, certamente si connota per le voragini negli organici del Corpo di polizia penitenziaria, laddove su un fabbisogno di almeno 143 agenti ne risultano assegnati solo 69, dunque meno della metà. Anche per questo, pare che l’articolazione per la tutela della salute mentale dov’era allocato il detenuto suicida molto spesso resti non presidiata. A questo si aggiungono altre difficoltà di natura organizzativa che investono pure l’area giuridico-pedagogica (i cc.dd. educatori) dei cui funzionari, fra l’altro, pare non sia garantita la costante presenza in tutti giorni della settimana”, spiega il segretario della UILPA PP.

‘Servono subito misure deflattive della densità detentiva e per potenziare gli organici della Polizia penitenziaria anche coagulando l’emorragia dalle carceri presso gli uffici ministeriali. La Polizia penitenziaria è stremata nelle forze, mortificata nel morale e sottoposta a caporalato di stato con carichi di lavoro esorbitanti e turni di servizio che si protraggono sino a 26 ore continuative. Tutto questo va fermato, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Capo del DAP, Stefano Carmine de Michele, devono delle risposte concrete e tangibili”, conclude De Fazio.