VASTO. Dovrà scontare tre anni di reclusione la maestra 63enne di San Salvo, accusata di maltrattamenti sui minori. Alle 13 è arrivato il verdetto della giudice Stefania Izzi nel processo di primo grado che ha riconosciuto la sua piena responsabilità rispetto al capo d’imputazione (Leggi).
La maestra è stata condannata a 3 anni di interdizione dall’insegnamento e dai pubblici uffici, nonché a liquidare mille euro di provvisionale a tutte le parti civili rimettendole al giudice civile per il risarcimento del danno.
Tutte presenti al momento della lettura del dispositivo le 20 famiglie dei piccoli alunni, rappresentate dagli avvocati Antonino Cerella, Beniamino Calienno, Silvia Ranalli, Clementina De Virgiliis, Claudia D’Alò, Carmine Petrucci, Alessio Caserio, Elena Santarelli e Giuseppe D’Urbano.
Un boato di soddisfazione e soprattutto di sollievo si è levato spontaneamente in aula per quella che è stata una dura e lunga battaglia i cui fatti risalgono al 2018.
I bambini all’epoca frequentavano la Scuola dell’infanzia e avevano dai 2 ai 3 anni. Schiacciati le prove raccolte grazie all’installazione delle telecamere sulla base di una denuncia fatta ai carabinieri da due insegnanti che lamentavano la condotta anomala della loro collega.
Indagini che sono andate avanti per circa due mesi e che hanno permesso di raccogliere filmati che la giudice ha ritenuto più che sufficienti per la condanna. La maestra, difesa dall’avvocato Alessandra Cappa, è stata presente in mattinata ma non è tornata alle 13 quando il giudice ha letto la sentenza.
“Impugneremo senz’altro la sentenza – ha riferito l’avvocato Cappa – non c’è bisogno di aspettare le motivazioni per dirlo. Non ritengo che questa sia una sentenza giusta. Lei ha sempre continuato a lavorare nella scuola e lo fa tutt’ora perché non le è stata applicata nessuna misura cautelare e quindi anche le pene accessorie restano sospese fino a sentenza definitiva”.
Il Responsabile civile costituito è il Ministero della Giustizia che a seguito della condanna della maestra si farà carico di pagare le spese.
La maestra molto probabilmente ricorrerà in appello.
“È la fine di un incubo”, hanno gridato le mamme, distrutte, fuori dal tribunale.
Lea Di Scipio